Le proteste di massa di Tbilisi
L'opposizione continua ogni sera la mobilitazione denunciando le manipolazioni del voto che avrebbero portato al nuovo successo dei filo-russi del Sogno Georgiano. Si raccolgono documenti per un'inchiesta internazionale, mentre il governo uscente resta in posizione di attesa puntando sulle divisioni tra i partiti e non credendo nella loro capacità di coinvolgere realmente la popolazione nella protesta.
Tbilisi (AsiaNews) - Dalla sera del 4 novembre si susseguono a Tbilisi le manifestazioni di protesta dell’opposizione contro la falsificazione delle elezioni parlamentari dello scorso 26 ottobre, che con il 53,9% dei voti hanno assegnato, per la quarta volta, la vittoria al partito del Sogno Georgiano dell’oligarca filo-russo Bidzina Ivanišvili, chiamato dagli oppositori “la marionetta del Cremlino”. Ai raduni sul prospekt Rustaveli, davanti al palazzo del parlamento, sono intervenuti i leader della “Coalizione per i cambiamenti”, il media-manager Nika Gvarami, e l’imprenditore Mamuki Khazaradze di “Georgia forte”, con messaggi dal carcere dell’ex-presidente Mikhail Saakašvili, fondatore del Movimento Nazionale, riportati da uno dei capi del partito, Georgij Vašadze.
Le richieste dei manifestanti sono la dichiarazione di invalidità delle elezioni e la loro ripetizione, ritenendo quindi illegittimo il nuovo parlamento e promettendo di ampliare e intensificare il fronte di opposizione popolare, ponendosi obiettivi sempre più specifici. Nel frattempo verranno raccolte sempre più documentazioni da sottoporre a un’inchiesta internazionale, per giungere alla condanna dei colpevoli delle falsificazioni, e sono già stati presentati reclami per oltre duemila seggi. Come ha affermato Nika Melia, altro leader della Coalizione, “la protesta sarà senza scadenza e saremo per strada ogni giorno, fino alla caduta di questo regime”.
Davanti al palazzo rimarrà un gruppo abbastanza numeroso da impedire a chiunque di entrare, ma i raduni non saranno soltanto sul prospekt Rustaveli, dove inizialmente si è riunita una massa di 4-5 mila persone che hanno bloccato il traffico in tutto il centro di Tbilisi. Le iniziative sono sostenute anche dalla presidente Salome Zurabišvili, figura di riferimento per il rifiuto dei risultati elettorali, che a sua volta ha accusato il Sogno Georgiano di “furto dei voti”, suscitando le reazioni del primo ministro Iraklij Kobakhidze e dello speaker uscente del parlamento Šalva Papuašvili, che negano qualunque irregolarità nello spoglio elettorale.
Il 5 novembre le manifestazioni si sono trasferite verso la Corte d’Appello della capitale, mentre era stato annunciato un raduno presso il Palazzo dello Sport, in seguito alle decisioni dei tribunali regionali di Tetritskaro e Gori di annullare le votazioni in 30 seggi, che ora verranno valutate in appello. Come ha dichiarato il rappresentante del movimento studentesco Nabidži, Luka Čokhonelidze, “Ivanišvili ha cercato di costruire un quadro del Paese per cui hanno votato per loro quelli che erano stati portati in piazza a marzo contro gli agenti stranieri”, ma ora si vuole dimostrare “l’autentica volontà dei georgiani senza trucchi”, come i call-center e i voti per altre persone, con cui sarebbero stati sottratti alle opposizioni almeno 400 mila voti, “soprattutto falsificando quelli dei cittadini all’estero”.
Zurabišvili ha fatto notare come in Moldavia abbiano votato 300mila emigrati, garantendo la vittoria di Maia Sandu, mentre “questa possibilità è stata concessa soltanto a 34mila cittadini georgiani, con una grave violazione della costituzione”. Vašadze assicura che verranno prese “iniziative sempre più organizzate e pianificate, che ci condurranno alla vittoria finale” unendo finalmente tutte le forze di opposizione allo slogan “non è la mia protesta, è la nostra protesta, in cui conta il contributo di ciascuno”.
Uno dei più autorevoli rappresentanti della maggioranza di potere è il sindaco di Tbilisi Kakha Kaladze, che ha rivolto agli oppositori parole sprezzanti: “Sono stati distrutti e annientati, che ondate di protesta potranno mai organizzare Gvarami o Khazaradze… non riescono a mettersi d’accordo neanche sui social: chi vuole andare da una parte, chi pensa di piantare le tende dall’altra, fanno ridere a confronto del milione e 120 mila persone che hanno votato per un futuro migliore”. Kaladze ha criticato anche il comportamento della presidente, che si è rifiutata di presentarsi in procura per dare testimonianza sulle “presunte falsificazioni”. Il governo e i membri del Sogno Georgiano mantengono una posizione di attesa, non credendo alle capacità delle opposizioni di coinvolgere veramente la popolazione e non volendo offrire motivi di esasperazione del conflitto.
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