Le minoranze accusano il governo nepalese di favorire l’induismo
Kathmandu (AsiaNews) - È polemica in Nepal tra le minoranze etniche e il governo. Non appena sono iniziate le celebrazioni del Tihar, la seconda principale festività della tradizione indù (conosicuta in India con il nome di Diwali), l’esecutivo guidato dal leader maoista Prachanda è stato oggetto di aspre critiche. Nell’aprile 2006 il Paese aveva scelto di imboccare la strada della laicità, abrogando il dettato costituzionale che dal 1990 lo definiva “Regno indù". Il calendario nepalese oggi garantisce tre giorni di vacanza durante le celebrazioni di Tihar. Per le minoranze etniche questo è un tradimento di quella scelta per la secolarizzazione e l’occasione per rivendicare maggior attenzione nei propri confronti e minori privilegi per gli indù..
Om Gurung, presidente della Federazione degli Janajatis , popolo indigeno del Paese, afferma che “la laicità in Nepal è solo una dichiarazione d’intenti. Non abbiamo ancora assaporato cosa sia il secolarismo”. “Il governo - dice Gurung – deve provvedere all’introduzione di altre festività altrimenti ci muoveremo contro questo tipo di pregiudizio”. Dello stesso tenore le critiche di Krishana Bahadur Bhattachan, sociologo e membro del Nepal Federation of Indigenous Nationalities (Nefin): “I nostri bambini sono costretti a celebrare le festività indù perché il governo non provvede a dichiarare giorni di vacanza durante le nostre. Fino a quando le nostre feste e culture esisteranno?”. Secondo Bhattachan “Il governo maoista ha aspettato ad agire in favore delle minoranze mentre il partito a continuato ad assicurarci in questo senso. Ora la nostra fiducia è finita”.
Da quest’anno, in realtà, sono state incluse nel calendario nazionale giorni di vacanza in corrispondenza delle festività di alcune delle tante minoranze etniche e religiose presenti nel Paese. È il caso di Natale per i cristiani e dell’Id per i musulmani, del Chhat per gli abitanti della regione del Terai o del Loshar per i Gurung del centro Nepal. In tutto si tratta di sette nuove date che si aggiungo a quelle già previste dalla tradizione per le festività indù. Per i gruppi etnici però è ancora troppo poco in confronto a quanto garantito ai fedeli dell’induismo. Oltre ai tre giorni di vacanza durante il Tihar, conosciuta anche come festa delle luci (nella foto un momento delle celebrazioni), il governo ne assicura molti altri durante l’anno. Su tutti risaltano i sette giorni per la festività di Dashain; nell’occasione il governo assegna agli impiegati statali anche una gratifica equivalente ad un mese in più di salario. Le minoranze etniche considerano discriminatorio questo trattamento preferenziale verso i fedeli indù e pretendono maggior laicità come promesso da Prachanda dopo la sua salita al potere nell’aprile di quest’anno.
03/08/2016 14:30