11/04/2013, 00.00
COREA
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Le minacce di Kim: una "resa dei conti" nella famiglia e fra esercito e partito

Un esperto sudcoreano spiega: “Mentre tutti abbiamo osservato i movimenti dell’esercito, nel regime sono state cambiate diverse pedine. E sembra essere sparito lo zio del dittatore, fino a oggi eminenza grigia e punto di contatto con l’esercito”. Funzionario di Pyongyang alla Cina: “La guerra non ci sarà, mandateci turisti”.

Seoul (AsiaNews) - Le minacce rivolte al mondo dalla Corea del Nord "nascondono una resa dei conti interna al regime. È sparito dalle scene Jang Song-taek - zio ed 'eminenza grigia' del giovane dittatore Kim Jong-un - mentre è riapparso Pak Bong-ju, che dieci anni fa venne incaricato di riformare l'economia nazionale verso il libero mercato e che finì epurato proprio per ordine di Jang". A parlare è un analista sudcoreano, Ri Yong-mun, che intervistato dal Chosun Ilbo parla di una "guerra tutta di potere".

Secondo l'analista la nomina a primo ministro di Pak - approvata dall'Assemblea dei lavoratori del Nord lo scorso 1mo aprile - dimostra senza ombra di dubbio che le provocazioni militari di Pyongyang "nascono da una resa dei conti. Il giovane Kim ha sempre avuto lo zio al fianco da quando ha preso il potere, ma questi è sparito dai media e dalle fotografie ufficiali dall'inizio di marzo. D'altra parte Jang è sempre stato considerato 'militare', mentre Kim è più politico".

Ora, aggiunge, "qualcosa deve essere cambiato. Il terzo Kim vuole il controllo pieno dell'esercito, ma per averlo doveva eliminare l'ingombrante parente [marito di una sorella di Kim Jong-il, Kim Kyong-hui. Entrambi sono con lui nella foto, uno accanto e l'altra davanti al dittatore ndr]. Certo, ora deve dimostrare di saper guidare i militari: se tutte queste minacce e questa retorica non porteranno a nulla, lui rischia di perdere del tutto la faccia e anche la fiducia dei suoi generali".

A sostegno di questa ipotesi arrivano anche le rassicurazioni che un membro dell'Ufficio generale del turismo della Corea del Nord ha fatto a diversi tour operator cinesi. Parlando con un gruppo di funzionari durante una visita a Xian, nella provincia dello Shaanxi, Kim To-hun ha detto: "Non vi preoccupate. La guerra sulla penisola coreana non ci sarà, quindi mandateci il maggior numero possibile di turisti".

Proprio il turismo cinese è una delle maggiori fonti di guadagno per il regime di Pyongyang, che da tempo sopravvive grazie agli aiuti economici di Pechino. Parlando nei giorni scorsi con AsiaNews, il presidente della Conferenza episcopale coreana mons. Kang ha chiarito come le minacce e la retorica del Nord "servono solo per aiutare la sua disastrata economia". (JYL)

 

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