Le "guerre stellari" cinesi puntano su Taiwan
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di 12 nuovissimi jet militari cinesi è stato schierato in una base a circa 500 km. da Taiwan. Lo ha rivelato ieri una fonte locale, mentre prosegue il silenzio della Cina sul missile antisatellite lanciato alcuni giorni fa. I due elementi sembrano dar forza all’ipotesi che il vero obiettivo del "segnale" di Pechino sia Taiwan.
Nonostante le richieste provenienti dalla comunità internazionale, Pechino continua a non dire nulla del missile che, come rivelato da fonti Usa, lo scorso 12 gennaio è stato lanciato da una base di Xichang (Sichuan) e ha distrutto un vecchio satellite cinese in orbita a circa 800 km di altezza.
Stephen J. Hadley, consigliere del presidente Bush per la Sicurezza nazionale, in un’intervista avanza persino l’ipotesi che il presidente cinese e capo dell’esercito Hu Jintao non fosse stato informato della data esatta del test; il che spiegherebbe un silenzio sempre più imbarazzante.
Ma, oltre a questo, ci si interroga sulle ragioni del test. Gli Stati Uniti già erano al corrente che la Cina studia armi antisatellite, come il luogotenente generale dell’esercito Usa Michael Mapes ha dichiarato questo mese davanti al Congresso Usa. La reazione del governo Bush è stata contenuta e si è espressa solo una generica “preoccupazione”. Del resto durante la guerra fredda e fino all’inizio degli anni ’80 gli Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica hanno eseguito numerose distruzioni di satelliti in volo. Peraltro Pechino non ha violato alcuna norma internazionale. Inoltre, anche se i satelliti americani importanti per la sicurezza nazionale sono in orbita a decine di migliaia di chilometri, il gesto cinese con probabilità darà maggiore impulso alla ripresa del programma di difesa spaziale già annunciata da Bush ad ottobre. E, anche se la dimostrazione non coglie Washington di sorpresa, il prolungato silenzio di Pechino può aumentare le proteste degli Stati Uniti.
Alcuni esperti hanno inoltre sottolineato le dichiarazioni rilasciate il 9 gennaio (subito prima del test) da Huang Qiang, portavoce della Commissione per la scienza, tecnologia e industria per la difesa nazionale. “La Cina – ha detto – al momento giusto rivelerà nuove sofisticate armi con capacità deterrenti, che vogliono anzitutto favorire la pace”. Con ciò. la Cina vorrebbe così sollecitare Washington ad aderire alla richiesta di aprire presso l’Onu una trattativa sul divieto di armi spaziali, chiesta da Cina e Russia ma finora snobbata dagli Usa. Ma altri esperti fanno presente che il cinese Esercito di liberazione del popolo ha una missione fondamentale, per la quale da 15 anni la spesa militare cresce del 9,6% annuo: essere pronto a un conflitto nello stretto di Taiwan. Di recente il presidente di Taiwan Chen Shui-bian ha ribadito di voler giungere a una dichiarazione formale di indipendenza da Pechino prima della fine del suo mandato, mentre la Cina ha pure visto con sfavore l’annuncio che Stati Uniti e Giappone hanno in programma manovre militari congiunte nei prossimi mesi in prossimità dell’Isola.
Giunge in questo quadro la notizia riportata da fonti giornalistiche cinesi dello schieramento di 12 dei nuovi jet militari Jian-10 in una base dello Zhejiang, a circa 500 km. da Taiwan. L’ammiraglio Wu Chi-fang, portavoce del ministro taiwanese della Difesa nazionale, non ha confermato la notizia ma ha detto che “è in corso l’esame” delle ragioni per cui Pechino abbia rivelato in breve il possesso di un’avanzata tecnologia militare, “come la produzione dei jet J-10 [annunciata al’inizio del mese] e il lancio di un missile balistico contro un satellite in orbita”.
Secondo fonti giornalistiche Usa, gli esperti cinesi hanno studiato con molta attenzione l’uso dei satelliti Usa nella Guerra del Golfo, nella guerra in Iraq e in Afghanistan, nonché nel controllo del programma nucleare nordcoreano. Si ritiene che abbiano anche valutato come questi satelliti sarebbero usati per una crisi su Taiwan. (PB)