Le forze Karen conquistano due città chiave nello Stato Kayah
A un mese dall’inizio della “Operazione 1111” le milizie etniche sembrano prevalere sui soldati della giunta militare. A un passo dal controllo completo della capitale Lokaw e di Moebye, dall’importanza strategica. Intanto cresce il bilancio delle vittime civili: almeno 82 dall’inizio dell’offensiva.
Yangon (AsiaNews) - A un mese dal via dell’offensiva militare contro l’esercito del Myanmar nello Stato Kayah, le forze etniche Karen hanno assunto il controllo della capitale Loikaw e della cittadina strategica di Moebye. A riferirlo è il Karenni Army (KA), che assieme al Karenni National Defense Force (Kndf) e al People’s Defense Force, movimento paramilitare opposto alla giunta, ha lanciato la “Operazione 1111” nella zona di confine fra lo Shan e il Kayah. Una fonte KA interpellata da Radio Free Asia (Rfa) conferma che i ribelli controllano “tutta la cittadina di Moebye” (ad eccezione di un’area nelle mani del Battaglione 422) e “l’80% della città di Loikaw”.
“Stiamo effettuando attacchi con molta cautela - riferisce il colonnello Phone Naing - per evitare vittime e danni civili”. “Prima rimuoveremo tutte le truppe della giunta, poi istituiremo un meccanismo amministrativo”. Demolito anche una delle “fondamenta della giunta”, il quartier generale della polizia dello Stato Kayah, sotto il controllo del ministro birmano degli Interni.
In attesa di istituire una amministrazione che sostituisca gli uomini della giunta, le milizie hanno assunto il controllo della sicurezza a tutela della popolazione.
L’analista ed esperto politico Than Soe Naing sottolinea l’importanza strategica della città di Loikaw, fondamentale per il controllo e il rifornimento di altre città dello Stato Kayah. Di recente la giunta militare aveva bloccato l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione, arrivando persino a occupare anche la cattedrale nel tentativo di punire ribelli e civili e farsi scudo in un luogo sacro. “La città è quasi sotto controllo. Tuttavia, non si può dire che sia completamente liberata - conclude - poiché il campo principale è ancora nelle mani della giunta che sta usando ancora oggi l’aeroporto di Loikaw per far arrivare rinforzi e altre forniture militari”.
Intanto la Karenni Humanitarian Aid Initiative (Khai) riferisce che almeno 82 civili sono morti fra l’11 novembre (inizio dell’operazione 1111) e l’8 dicembre scorso, fra cui 39 uomini, 18 donne, 12 minori, due monaci novizi e 11 persone che non hanno potuto essere identificate. Tra questi 43 sono stati uccisi in attacchi di artiglieria, 24 in raid aerei e 15 da colpi di armi leggere. Khai ha dichiarato che la giunta ha effettuato 353 attacchi aerei su Loikaw nei 20 giorni fra l’11 e il 30 novembre e circa 10mila persone sarebbero intrappolate senza mezzi per fuggire. Un operatore Khai, dietro anonimato, ha affermato che gli sfollati a causa dei combattimenti nello Stato Kayah hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.