Le donne saudite avevano più diritti ai tempi dei romani che oggi
E’ quanto evidenzia un libro di una studiosa, pubblicato in Gran Bretagna. Allora avevano la possibilità di gestire affari, oggi, quando a Ryiadh si è discusso del lavoro femminile, in sala non c’erano donne. Erano in un’altra stanza.
Riyadh (AsiaNews) – Le donne arabe avevano più diritti ai tempi dei romani di quanti ne abbiano oggi. Allora infatti era loro riconosciuta una capacità di condurre autonomamente questioni economiche, che nell’Arabia Saudita di oggi non hanno. E’ quanto sostiene una studiosa saudita, Hatoon al-Fassi, in un volume intitolato “Women In Pre-Islamic Arabia”, pubblicato dalla British Archaeological Reports.
Esclusa dall’insegnamento nella King Saud University nel 2001, la studiosa ha esaminato la situazione di Nabataea, un regno che all’inizio dell’era cristiana comprendeva parte delle attuali Giordania, Siria ed Arabia Saudita, ed aveva per capitale Petra. Qui, sostiene la Fassi, le donne potevano condurre affari, senza neanche quella forma di “tutela” che per tali questioni era richiesta dalla tradizione greca. Anzi, a suo avviso, è proprio dalla non comprensione da parte degli studiosi islamici degli influssi subiti dalla Sharia anche dalla legislazione greco-romana che sono sorti i limiti diritti e libertà delle donne.
“Viviamo nella peggiore condizione che si possa immaginare”: la frase di Fawziya al-Oyouni, una attivista per i diritti delle donne è riportata dalla recensione del volume fatta da Middle East Online, che evidenzia come quando religiosi, ministri e uomini d’affari si sono riuniti il mese scorso a Riyadh per discutere del lavoro femminile, non c’erano donne visibili, erano relegate in un’altra stanza e gli uomini potevano solo udirle.
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