Le donne, il “valore” necessario per lo sviluppo dello Sri Lanka
AsiaNews ha parlato con la professoressa Pushpa Ramlani su come interpreta l’attuale condizione delle donne srilankesi. Anche attivista dei diritti delle donne, giornalista freelance e poetessa, spiega: “Le donne della classe media urbana che lavorano, hanno ottenuto una maggiore indipendenza negli ultimi trent’anni. Un certo grado di apertura emerge anche per le ragazze che vivono in zone rurali, soprattutto nel settore dell’abbigliamento dove l'83% della mano d'opera è femminile. Tuttavia, la partecipazione politica femminile è molto scarsa, a livello provinciale e statale”. In parlamento infatti, la presenza delle donne si attesta appena al 4,7%. Un dato così basso sembra non preoccupare nemmeno il ministro per lo Sviluppo delle donne, che ha definito il numero “più che sufficiente: perché dovrebbero entrare in parlamento se possono fare altri lavori per lo sviluppo del Paese?”. “Con questo tipo di atteggiamenti – sottolinea Ramlani – dubito si possa pensare a un serio programma di sviluppo”.
Le donne contribuiscono all’economia del Paese in diversi settori, ma il loro operato spesso non viene apprezzato. Ogni anno almeno 110mila donne lasciano lo Sri Lanka per andare a fare le lavoratrici domestiche all’estero; sono il 97% degli addetti nell’agricoltura di piantagione. Nel complesso, partecipano con il 65% di entrate estere ogni anno. “Sono cifre importanti. Ma a quale prezzo? Si tratta – continua la professoressa – in genere di lavori mal pagati, in molti casi sono vittime di abusi e torture. Tutto questo genera nella donna una perdita di autostima, legata alla capacità di contribuire al processo produttivo. Di conseguenza, sente ridursi anche il suo valore all’interno della famiglia e della comunità”.
Secondo Pushpa Ramlani quello di cui lo Sri Lanka ha bisogno è “più spazio alla partecipazione politica a livello locale. Le donne non chiedono di occupare alte cariche, ma di dare una voce a se stesse e a questo sviluppo”.19/04/2019 11:54