Le diplomazie cercano una via per raffreddare la questione nucleare iraniana
El Baradei è a Teheran. Esponente cinese andrà in Russia ed Iran. Il 18 Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania si incontrano a Mosca. Secondo lo Stratfor, gli iraniani cercano solo il rispetto dei loro interessi in Iraq.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) Diplomazie in movimento, dopo l'annuncio dato ieri da Teheran di aver portato a termine con successo l'arricchimento dell'uranio, commentato da Stati Uniti, Russia, Cina ed europei come "un passo nella direzione sbagliata". Nella capitale iraniana è in corso una visita, la quinta dall'inizio della controversia, del segretario generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohamed El Baradei, allo scopo, scrive l'agenzia ufficiale Irna, "di consultazioni sul proseguimento della costruttiva interazione e cooperazione dell'Iran con l'Aiea". "Spero ha detto dal canto suo El Baradei al momento del suo arrivo che sia il momento giusto per trovare soluzioni politiche, attraverso trattative. Spero che si creino le condizioni perché tutte le parti tornino ai colloqui".
Ma ieri il presidente Ahmadinejad aveva detto che "la situazione è completamente cambiata. Siamo un Paese nucleare e ormai parliamo agli altri Paesi dalla posizione di uno Stato nucleare", e "non negoziamo con alcuno sul diritto del nostro popolo".
Sulla possibilità del premio Nobel di convincere l'Iran a dare seguito alle richieste dell'Onu di porre fine alle attività di produzione del combustibile nucleare contano Russia e Cina che si sono finora opposte all'idea di Usa, Gran Bretagna e Francia di agitare la minaccia di sanzioni internazionali, oltre che agli ipotizzati programmi statunitensi di bombardare i siti nucleari iraniani. Oggi il ministero degli Esteri di Pechino ha annunciato che il sottosegretario Cui Tiankai, incaricato delle questioni di non proliferazione, effettuerà una "visita di lavoro" in Iran e Russia dal 14 al 18 aprile. Nell'annunciarlo, il portavoce, Liu Jianchao, ha aggiunto: "Abbiamo espresso i nostri timori. Siamo preoccupati di questi sviluppi. Auspichiamo che le parti mettano in pratica moderazione e non prendano alcuna iniziativa che possa portare a un'ulteriore escalation, in modo che sia possibile risolvere appropriatamente la questione attraverso il dialogo e la diplomazia".
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno affermato che se l'Iran non sospenderà entro il 28 aprile l'arricchimento di uranio - come richiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu - cercheranno di ottenere una risoluzione che renda obbligatorio l'adempimento. Wang Guangya, ambasciatore cinese all'Onu, ha dichiarato che le sei nazioni che stanno cercando di trovare una soluzione alla crisi (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) si incontreranno il 18 aprile a Mosca a margine del vertice del G8.
Secondo gli analisti dello Stratfor, un autorevole centro studi di geopolitica, in realtà l'obiettivo che Teheran si prefigge sbandierando i suoi progressi in campo nucleare è il riconoscimento di un ruolo di potenza regionale ed in modo specifico la tutela dei suoi interessi nel vicino Iraq.
Per giungere a questa conclusione, lo Stratfor evidenzia diversi fattori. Il primo, la scelta del giorno dell'annuncio, che è quello della nascita di Maometto. Il che non è accidentale, per un Paese che sottolinea il suo ruolo nel mondo islamico. E l'annuncio è stato fatto dal presidente Ahmadinejad nel corso di una cerimonia pubblica, con danze, canti, riprese televisive della CNN.
Al tempo stesso, mentre la situazione degli sciiti iracheni non è certo positiva dal punto di vista degli iraniani, Teheran sta proponendo ai suoi vicini patti di non aggressione e manovre militari congiunte. Di colloqui con Washington sull'Iraq si parlerà solo dopo la formazione del nuovo governo a Baghdad, ma Teheran vuole che comunque gli sviluppi sull'Iraq rispettino gli interessi nazionali iraniani.