Le bombe nelle Sulawesi, tentativo di riaccendere l'odio interreligioso
Makassar (AsiaNews) Il vice presidente indonesiano Jusuf Kalla è "pienamente convinto" che le bombe di Tentena siano state messe da "gruppi terroristici di Java non legati alle comunità religiose locali".
Le 2 bombe sono esplose sabato 28 nella zona del mercato di Tentena a 60 chilometri dalla capitale Poso, nelle Sulawesi centrali ed hanno ucciso 22 persone. Fra le vittime dell'attentato vi è Deni, 37 anni, prete cristiano del Sinodo della chiesa delle Sulawesi centrali.
Kalla, parlando ai giornalisti dalla sua residenza privata di Makassar capitale della provincia del Sud Sulawesi ha confermato la sua convinzione che i mandanti delle bombe del mercato di Tentena siano "gruppi terroristici di Java".
"Hanno lasciato Java ha detto il vice presidente ed hanno iniziato ad operare a Poso: hanno fatto di Tentena il loro rifugio". "Ritengo ha aggiunto che questo non sia il frutto di un conflitto fra cristiani e musulmani, perché essi sono pienamente convinti della tregua stabilita dal trattato di Malino".
"Con la firma del trattato ha spiegato i gruppi religiosi hanno accettato di definire questi terroristi come il loro 'comune nemico principale'. Gli autori del massacro di Tentena potrebbero essere gli stessi dell'attacco ad Ambon ed a Mamasa". Il vice-presidente ha ordinato alla pubblica sicurezza ed all'esercito di arrestare i terroristi .
Il generale maggiore Suprapto, comandante delle forze armate delle Sulawesi, ha confermato l'opinione di Kalla ed ha aggiunto che il motivo alla base dell'attacco "potrebbe essere il tentativo di distruggere la tregua interreligiosa e scatenare un altro conflitto fra cristiani e musulmani".
Il generale Anang Buiardjo, portavoce del quartier generale di polizia indonesiano, ha detto che i terroristi Azahari and Noordin Moh Top sono ritenuti i mandanti della strage.
Le bombe di Tentena sono il quarto attacco in 6 mesi da parte dei terroristi a Poso. Il primo attacco è avvenuto il 13 novembre 2004 nel mercato centrale ed ha ucciso 6 persone. Il secondo, contro l'hotel Alamanda, è avvenuto all'inizio del 2005 ed ha distrutto parte dell'edificio mentre il terzo, il 24 aprile, ha distrutto 2 edifici in cui operavano delle organizzazioni non governative.
Il terrore in Indonesia sta creando tensioni anche nella comunità internazionale. Da giovedì 26 maggio diverse ambasciate fra cui quella giapponese e quella britannica - hanno interrotto tutte le loro attività, compresi gli affari consolari, per le "recenti minacce dei terroristi". Gli Stati Uniti hanno chiuso l'ambasciata mercoledì 25, dopo la pubblicazione su un sito internet della piantina dettagliata della loro sede in Indonesia.