31/01/2018, 11.12
AFGHANISTAN
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Le azioni militari non risolveranno il problema dell’Afghanistan

Kabul immersa in un clima di paura. Un tempo era meta di chi lasciava la propria città natale in cerca di sicurezza. Isis e talebani si contendono la posizione di gruppo più forte. Talebani più radicati. “Una cosa è chiara: l’incapacità delle forze di sicurezza  afghane, delle agenzie segrete e del governo”. 

Kabul (AsiaNews) – “Azioni militari non risolveranno il problema dell’Afghanistan”. Commenta così Obaid Ali, ricercatore politico del gruppo di ricerca no-profit Afghanistan Analysts Network (Ann) la serie di sanguinosi attacchi che negli ultimi giorni ha mietuto più di 100 vittime nella capitale.

“C’è un clima di paura in città,” afferma Obaid. “Le persone preferiscono stare a casa, non vogliono uscire. La maggioranza dei negozi nel centro della città sono chiusi”.

“A Kabul, al momento, la popolazione è aumentata, e per questa ragione se c’è un attacco nella città, come un attacco suicida, il numero dei civili è molto alto. In molti sono fuggiti dalle loro città natali per andare a Kabul, che consideravano un posto sicuro. Ma se guardiamo alla serie di attacchi che ci sono stati, significa che neanche Kabul è più sicura”.

In Afghanistan, talebani e di Daesh “rappresentano una seria minaccia, ed entrambi cercano di presentare se stessi come il gruppo più forte nel Paese”.

Ci sono fondamentali differenze fra i due gruppi, tra cui “non c’è alcuna prova solida che evidenzi una collaborazione” – ma che anzi si sono scontrati nel corso degli ultimi due anni, con attacchi talebani contro l’Isis a oriente e da parte di sedicente comando dell’Isis nel nord-est del Paese.

I talebani sono il gruppo più forte, che cambia le proprie tattiche: “Quando le forze americane aumentano il numero degli attacchi arei e gli omicidi mirati a prominenti figure talebane, ha impedito al gruppo di portare avanti attacchi su larga scala. Per questo ora i talebani cercano di coordinare attacchi sul governo afghano nelle grandi città, ed è per questo che abbiamo visto attacchi ripetuti a Kabul”.

L’Isis ha una forte base nella parte orientale del Paese, ed ha rivendicato diversi attacchi rivendicati non solo a Kabul. L’ultimo, l’aggressione all’avamposto vicino all’accademia militare di Marsha Fahim, nella quale sono morti 11 soldati afghani.

“Una cosa è chiara: la mancanza di capacità delle forze di sicurezza  afghane, delle agenzie segrete e del governo”, commenta Obaid. “Quello che è abbiamo visto negli scorsi mesi è che il governo afghano ha fallito a proteggere i suoi cittadini anche nella capitale. Questo ha un forte impatto psicologico, non solo sul governo, ma anche sulle persone comuni”.

Interrogato sulla nuova strategia annunciata dal presidente americano Donald Trump di incrementare il numero delle forze nel Paese, Obaid afferma: “Negli scorsi decenni, abbiamo visto un certo numero di armate internazionali qui in Afghanistan. Ma fino a questo momento, abbiamo visto che non sono efficaci. La strategia dell’incremento militare sul territorio non risolverebbe il problema, porterebbe ad una nuova stagione di scontri nel Paese, a più vittime civili”.

Second l’analista, la speranza è quella di una risoluzione politica, ma le possibilità sembrano poche. “Sfortunatamente,” commenta. “Il 2017 è stato un fallimento a raggiungere una conclusione pacifica con i talebani, nonostante il fatto che ci siano diverse iniziative da diversi canali. Non abbiamo ancora visto alcun risultato valido, perché c’è mancanza di fiducia fra le due parti”.

“C’è bisogno di più sforzi e lavoro per i negoziati di pace”, conclude Obaid. “Se la guerra continua ci saranno più vittime civili, uccisioni, sempre più persone saranno costrette ad abbandonare le loro case e a fuggire.”

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