Le autorità chiudono un centro che alleva orsi per prenderne la bile
La bile d’orso è molto usata nella medicina tradizionale cinese: mezzo cucchiaino da tè vale quasi quanto un mese di stipendio. Ma gli studi ne dimostrano la poca utilità scientifica.
Ventiane (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità hanno chiuso un allevamento nel villaggio Kao Liao, nei dintorni a nord di Ventiane, dove gli orsi erano tenuti in gabbia per prender loro la bile, prodotto molto richiesto nella medicina tradizionale cinese, nonostante l’animale sia protetto dalla legge.
Un funzionario del ministero laotiano di Agricoltura e foreste ha detto all’agenzia Radio Free Asia che ora “gli orsi saranno inviati nella provincia di Borikhamxay”, zona dove ancora vivono in libertà e protetti. Le autorità vogliono stroncare questo commercio e prevedono di costruire un centro per la rieducazione degli orsi alla vita selvaggia, a Borikhamxay, per un costo di 700mila dollari.
La bile dell’orso è molto usata dalla medicina tradizionale cinese per una serie di malanni, tra cui emicrania e persino contro i tumori. In genere viene estratta due volte al giorno tramite tubi impiantati fin dentro l’addome degli animali. Per favorire il prelievo, gli orsi sono spesso tenuti in gabbie ristrette, così da limitarne la libertà di movimento. Gli ambientalisti parlano di vera “tortura” per gli animali.
Peraltro la sua efficacia curativa è minima: nella bile è presente un acido utile nel trattamento dei calcoli biliari, ma può essere riprodotto in modo chimico, mentre gli studi non hanno dimostrato ulteriori utilità.
Ciò nonostante è molto richiesta per la medicina tradizionale: un terzo di un cucchiaino da tè è venduto a 120mila kip (15 dollari), in un Paese dove il salario medio mensile è di 240mila kip (30 dollari). Il prodotto è poi venduto a Cina, Vietnam, Corea ed altri Paesi. La Società mondiale per la protezione degli animali ha stimato che oltre 12mila orsi sono tenuti in allevamenti, autorizzati e illegali.
Il gruppo ambientalista TRAFFIC peraltro protesta che nel Paese è proibita l’estrazione della bile da animali selvatici, ma non quella degli animali nati in cattività.
Un funzionario del ministero laotiano di Agricoltura e foreste ha detto all’agenzia Radio Free Asia che ora “gli orsi saranno inviati nella provincia di Borikhamxay”, zona dove ancora vivono in libertà e protetti. Le autorità vogliono stroncare questo commercio e prevedono di costruire un centro per la rieducazione degli orsi alla vita selvaggia, a Borikhamxay, per un costo di 700mila dollari.
La bile dell’orso è molto usata dalla medicina tradizionale cinese per una serie di malanni, tra cui emicrania e persino contro i tumori. In genere viene estratta due volte al giorno tramite tubi impiantati fin dentro l’addome degli animali. Per favorire il prelievo, gli orsi sono spesso tenuti in gabbie ristrette, così da limitarne la libertà di movimento. Gli ambientalisti parlano di vera “tortura” per gli animali.
Peraltro la sua efficacia curativa è minima: nella bile è presente un acido utile nel trattamento dei calcoli biliari, ma può essere riprodotto in modo chimico, mentre gli studi non hanno dimostrato ulteriori utilità.
Ciò nonostante è molto richiesta per la medicina tradizionale: un terzo di un cucchiaino da tè è venduto a 120mila kip (15 dollari), in un Paese dove il salario medio mensile è di 240mila kip (30 dollari). Il prodotto è poi venduto a Cina, Vietnam, Corea ed altri Paesi. La Società mondiale per la protezione degli animali ha stimato che oltre 12mila orsi sono tenuti in allevamenti, autorizzati e illegali.
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