Le ambizioni di Astana sulla scena globale
l’Institute Montaigne di Parigi colloca il Kazakistan – nono Paese al mondo per estensione territoriale - tra le potenze regionali emergenti. Con un attivismo che oggi va dalle questioni energetiche fino all’economia green.
Parigi (AsiaNews) - L’Institute Montaigne, uno dei più autorevoli centri di analisi internazionali, con base a Parigi, ha pubblicato una nuova relazione nell’ambito della sua serie estiva “In cerca di potenze regionali”, sul tema “All’ombra dell’Arabia Saudita e del Kazakistan”, per approfondire lo studio del ruolo geopolitico e delle strategie diplomatiche di questi due Paesi, considerandole come influenti potenze regionali nel contesto globale contemporaneo. Pur in contesti diversi, questi due attori governano dinamiche complesse delle relazioni internazionali, per mantenere la propria capacità di azione nell’arena mondiale.
Il Kazakistan è ritenuto “una potenza regionale strategica con ambizioni globali” dall’autore del rapporto, Michel Duclos, diplomatico francese e uno dei maggiori esperti dell’Istituto. A suo parere, Astana riveste un ruolo-guida nel contesto dell’Asia centrale, sostenuto dalle notevoli risorse economiche e dalla collocazione geografica strategica. Il Kazakistan è il nono Paese al mondo per estensione territoriale, e garantisce il 50% del Pil dell’intera regione, possedendo grandi riserve di risorse naturali, compreso il petrolio, il carbone, l’uranio e diversi metalli critici, che rendono decisiva la sua azione economica, soprattutto per le forniture energetiche in Europa e in altre regioni.
Avendo coscienza delle proprie potenzialità, il Kazakistan non si limita a rimanere confinato nelle ambizioni regionali, partecipando attivamente sulla scena della diplomazia internazionale. Nella relazione si sottolineano le iniziative di Astana in ambiti come il freno alla diffusione delle armi nucleari e l’amministrazione dell’energia nucleare civile, ciò che conferma il suo status di principale produttore di uranio al mondo. È importante anche il ruolo di mediazione assunto in diversi conflitti internazionali, come il processo di Astana per la Siria, e le recenti trattative tra Armenia e Azerbaigian.
Gli sforzi diplomatici del Kazakistan si estendono anche alle questioni ecologiche e climatiche globali, come conferma la sua collaborazione con la Francia nell’organizzazione del One Water Summit in questo anno. Inoltre, il Kazakistan è riconosciuto per le sue attività in favore dello sviluppo del dialogo interreligioso, in particolare con i congressi regolari dei leader delle religioni mondiali tradizionali. Nel Paese convivono oltre 140 gruppi etnici, come ricorda Duclos, riuscendo a ottenere grandi risultati nella costruzione di un’identità nazionale compatta e condivisa, che comprende la diversità etnica e la molteplicità delle religioni.
Pur con tutte le incertezze ancora irrisolte, il Kazakistan ha attraversato una fase di grandi cambiamenti politici, soprattutto dopo l’elezione dell’attuale presidente Kasym-Žomart Tokaev, che da 2019 sta cercando di realizzare un ambizioso piano di riforme. A livello economico il Paese cerca in ogni modo di ridurre la sua dipendenza dalla Russia, un compito diventato sempre più attuale dopo gli sconvolgimenti dell’ordine geopolitico globale in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Per questo i kazachi cercano di diversificare sempre più la loro economia, portando come esempio il centro finanziario internazionale Astana e le sue ambizioni di diventare un punto di riferimento per le finanze, le tecnologie e le criptovalute.
Guardando al futuro, il Kazakistan sta cercando di sviluppare un’economia “green”, come risulta dal piano approvato dal governo della “Strategia-2050”. Si vuole ridurre l’intensità energetica della propria economia, aumentando la quota di energie rinnovabili nei prossimi anni. In conclusione, l’Institute Montaigne colloca il Kazakistan tra le potenze regionali emergenti, che se riuscirà a regolare in modo adeguato le relazioni con i suoi grandi vicini come la Russia e la Cina, potrà svolgere un ruolo decisivo nel panorama geopolitico globale.
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