Le Maldive eleggono il presidente, primo voto multipartitico da oltre 30 anni
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Si svolgono oggi le prime elezioni presidenziali multipartitiche delle Maldive, culmine del processo di riforma iniziato dopo le proteste violente del 2005. Alcune ore dopo l’apertura dei seggi la situazione appare tranquilla, seppure soldati e polizia presidiano le strade.
Favorito l’attuale presidente Maumoon Abdul Gayoom, al potere da oltre 30 anni, che ha giocato la carta della continuità, rivendicando di avere creato i successi economici, soprattutto per il turismo proveniente da tutto il mondo. Gli altri 5 candidati lo accusano di essere “dittatore e prevaricatore”. Tra loro Mohamed Nasheed del Partito democratico maldiviano (Pdm), suo storico oppositore ed ex prigioniero di coscienza che zoppica per le torture subite in carcere, che lo accusa di avere spartito ben 44 posti di governo tra i parenti e di avere favorito una società con un 7% di superricchi e il 70% sotto il livello di povertà. Lo accusa anche di “scorrettezze”, come avere falsamente detto che il Pdm vuole convertire al cristianesimo la popolazione a larga maggioranza islamica.
Gayoom ha promesso che andrà via “in modo pacifico”, se sconfitto. A settembre ha approvato la nuova costituzione, che prevede l’indipendenza del sistema giudiziario e l’elezione popolare diretta; in precedenza il parlamento nominava un candidato, poi sottoposto a referendum, cosa che ha permesso a Gayoom di vincere 6 consecutivi mandati, anche con oltre il 90% dei voti. Ora il parlamento di 74 membri – che sarà rinnovato entro marzo - può bloccare le nomine dei ministri e approvare leggi.
La campagna elettorale è stata accesa, con continue manifestazioni di sostenitori dei candidati, anche a notte fonda, e con i candidati che hanno visitato con aerei privati centinaia di isole dell’arcipelago per raggiungere i 208mila votanti. I risultati sono attesi per domani e l’esito appare incerto, con Nasheed favorito nelle maggiori città e Gayoom più conosciuto nelle centinaia di piccole isole, dove la gente è molto sensibile alla sua propaganda quale “protettore dell’Islam”. Se nessuno otterrà più del 50% dei voti, ci sarà un successivo ballottaggio.
Numerosi problemi attendono il nuovo presidente del paradiso turistico: dalla crescente diffusione della tossicodipendenza tra i giovani, ai problemi ambientali con la crescita del mare che rischia di sommergere l’arcipelago, alla diffusa povertà. Ma anche la sicurezza, dopo che nel 2007 c’è stato il primo attentato terrorista, con militanti islamici accusati per l’esplosione nel parco di Male che ha ferito diversi turisti. (PB)
24/09/2018 10:36