Latte alla melamina: si allarga ad altre ditte il nuovo scandalo
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – In carcere i dirigenti dalla Lekang Dairy a Weinan (Shaanxi), accusati di avere di nuovo prodotto latte alla melamina. Ma sanzioni anche per chi protesta e chiede giustizia per gli almeno 6 bambini morti e circa 300mila ammalati per avere mangiato il prodotto velenoso.
Due giorni fa Xu Qiang, vicecapo della Pubblica sicurezza nello Shaanxi, ha rivelato che a gennaio sono stati arrestati il manager, il direttore delal produzione, il responsabile delle vendite e un fornitore della Lekang Dairy, che è stata chiusa. Si parla di 28 tonnellate di latte in polvere contraffatto ed è stato ordinato il sequestro di decine di tonnellate di prodotto adulterato, tra cui caramelle confezionate con questo latte.
Ieri il ministro per la Salute ha accusato la Tiantian Dairy di avere prodotto e messo in vendita in modo intenzionale latte in polvere contenente melamina, una sostanza utilizzata per produrre plastica, la cui molecole assomiglia a quella delle proteine così da far sembrare il prodotto molto nutriente in un controllo superficiale. La sostanza è velenosa per l’uomo e nell’autunno 2008 è risultato che diverse tra le maggiori industrie casearie cinesi ne avevano fatto ampio uso, causando la morte o danni irreversibili ai reni di centinaia di migliaia di neonati.
Il primo febbraio Pechino ha ordinato un’operazione contro almeno sei ditte casearie sparse in tutto il Paese (Shanghai, Shaanxi, Ningxia, Shandong, Liaoning, Hebei). Tra queste la Tiantian, che però secondo alcuni quotidiani ieri era ancora aperta e operante.
Peraltro le autorità sembrano preoccupate anzitutto di evitare pubblicità al nuovo scandalo. Infatti le autorità del Guangdong hanno intimato ai media di “usare soltanto le informazioni ufficiali fornite dalle autorità”.
Intanto rimane in carcere Zhao Lianhai, fondatore del gruppo Kidney Stone Babies per difendere i diritti dei bambini danneggiati dal latte contraffatto, ai quali il governo ha offerto risarcimenti irrisori. I parenti di alcune vittime progettano manifestazioni di protesta e una petizione a Pechino per chiedere il rilascio dell’attivista, arrestato a dicembre per “avere provocato problemi”, con “affermazioni maliziose, incitamento e conduzioni di manifestazioni” di protesta davanti ai tribunali che discutono le cause di risarcimento contro e compagnie casearie.
Le autorità hanno condannato e persino giustiziato alcuni responsabili delle ditte casearie, ma non c’è stata giustizia per le vittime. I loro parenti protestano che molti di loro nemmeno hanno ricevuto il basso indennizzo e le cure gratuite promessi dal governo e che i giudici hanno sempre respinto le domande di risarcimento, anche se il danno è evidente. Molti di loro ora commentano che il nuovo scandalo dimostra che le autorità si sono solo preoccupate di mettere la vicenda a tacere, senza prendere effettive contromisure per impedire che si ripetesse. Nel settembre 2009 la polizia ha arrestato parecchi genitori per impedire una marcia di protesta nell’anniversario dello scoppio dello scandalo.