L'ascesa di Lee a Seoul costringe Kim ad inchinarsi a Pechino
Dopo l’instaurazione del conservatore di ferro Lee Myung-bak alla presidenza sudcoreana, il dittatore nordcoreano visita a sorpresa l’ambasciata cinese a Pyongyang. Analisti commentano: è l’unico modo per evitare l’isolamento.
Pyongyang (AsiaNews) – La visita del Caro Leader nordcoreano Kim Jong-il all’ambasciata cinese, avvenuta con molta segretezza lo scorso fine settimana, indica la ricerca di un rafforzamento dei legami con Pechino, ora che il nuovo governo della Corea del Sud (ostile a Pyongyang) è entrato in carica. Lo riferiscono oggi i quotidiani di Seoul.
Secondo il quotidiano Dong-A “le dichiarazioni filo-americane e filo-giapponesi rilasciate dal nuovo presidente Lee Myung-bak costringono in un certo senso Kim Jong-il a tornare vicino alla Cina, unica sua alleata. Questa visita, la quarta da quando Kim ha preso il potere, è una sorta di ‘inchino rispettoso’ della leadership nordcoreana ai ‘fratelli maggiori’ cinesi”.
Nel corso del suo colloquio con l’ambasciatore cinese Liu Xiaoming, il dittatore ha ringraziato il presidente Hu Jintao per i messaggi augurali inviati per il suo compleanno, ed ha consegnato un testo per la leadership di Pechino. Insieme a lui, erano presenti il capo dello staff militare centrale Kim Kyok-sik, ed il vice ministro degli Esteri Kang Sok-ju.
Yang moo-jin, professore di studi nordcoreani all’università di Seoul, spiega: “La Corea del Nord non ha scelta: deve tornare il più possibile vicina alla Cina, se vuole evitare il completo isolamento diplomatico. E’ l’unico modo per mantenere una parvenza di potere”.
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