Lahore, studentessa ahmadi espulsa con false accuse di blasfemia
di Jibran Khan
Rabia Saleem ha strappato un cartellone contenente frasi offensive verso la minoranza religiosa. Un movimento legato al fondamentalismo islamico ha fabbricato false accuse, per cacciarla dal campus. I vertici dell’istituto coprono gli abusi degli estremisti, silenzio sulla vicenda dal ministero dell’Istruzione. Sacerdote cattolico denuncia l’inerzia delle autorità.
Lahore (AsiaNews) – Una studentessa universitaria ahmadi di Lahore (Punjab), al suo ultimo anno, è stata espulsa in base a false accuse di blasfemia. Un gruppo di studenti affiliati a Tahaffuz-e-Khatam-e-Nabuwwat (TKN), movimento estremista islamico messo al bando dalle autorità, ha incriminato la giovane Rabia Saleem, perché “colpevole” di aver strappato un cartellone contenente frasi offensive verso gli ahmadi, una comunità considerata eretica perché non riconosce Maometto come ultimo profeta. Il cartello era stato affisso alla porta dell’ostello in cui viveva la giovane e, secondo le fonti, non conteneva alcun versetto del Corano. Per questo, commenta uno studente dietro anonimato, l’accusa di aver violato la “legge nera” è infondata; tuttavia, aggiunge, i vertici dell’istituto “discriminano le minoranze religiose” e consentono a gruppi fondamentalisti “di muoversi liberamente e agire indisturbati”.
Il responsabile di segreteria del Comsats Institute of Information Technology di Lahore nega vi siano legami fra l’episodio e la fede religiosa della studentessa. Rasheed Ahmed Khan parla di “violazione della norme dell’università” perché Rabia Saleem “non ha fornito copia di un documento” richiesto a tutti gli iscritti. Fonti studentesche interne all’istituto confermano però l’episodio di razzismo ai danni della ragazza ahmadi, frutto dell’atteggiamento “discriminatorio” delle autorità verso le minoranze religiose.
Intanto gli studenti legati al movimento TKN – nel silenzio dei vertici dell’istituto e del ministero pakistano dell’Istruzione – annunciano che “non saranno ammessi altri studenti ahmadi” all’interno del campus e, se qualcuno tenterà di resistere, verrà ucciso. Una minaccia che ha gettato nel panico la comunità ahmadi, che teme nuovi attacchi dopo il doppio assalto del maggio 2010 contro due moschee a Lahore, nel quale sono morti un centinaio di fedeli.
Interpellato da AsiaNews p. Amir John conferma che “molti studenti sono vittime di discriminazione all’interno delle scuole, ma nessuno sinora ha affrontato in modo serio il problema”. Egli accusa lo Stato di “tollerare l’odio interreligioso” e di “inerzia davanti a episodi di persecuzione”. La mentalità estremista, conclude il sacerdote di Lahore, continua a crescere e il Pakistan rischia di perdere il contributo di elementi di valore e prestigio, appartenenti a minoranze religiose.
L’espulsione di Rabia Saleem è condannata anche dalla Masihi Foundation e Life for All, due ong attive in Pakistan nella tutela delle vittime di emarginazione e violenze. In un comunicato congiunto, essi chiedono di “promuovere tolleranza e armonia” e invitano i leader religiosi a “giocare un ruolo positivo” nella costruzione di una società multiconfessionale. Il solo cittadino pakistano ad aver vinto il Nobel, ricordano gli attivisti, è stato Abdus Salam, premio Nobel per la fisica, un esponente della comunità ahmadi che per questo non ha ricevuto i giusti onori per l’ambito premio.
Il responsabile di segreteria del Comsats Institute of Information Technology di Lahore nega vi siano legami fra l’episodio e la fede religiosa della studentessa. Rasheed Ahmed Khan parla di “violazione della norme dell’università” perché Rabia Saleem “non ha fornito copia di un documento” richiesto a tutti gli iscritti. Fonti studentesche interne all’istituto confermano però l’episodio di razzismo ai danni della ragazza ahmadi, frutto dell’atteggiamento “discriminatorio” delle autorità verso le minoranze religiose.
Intanto gli studenti legati al movimento TKN – nel silenzio dei vertici dell’istituto e del ministero pakistano dell’Istruzione – annunciano che “non saranno ammessi altri studenti ahmadi” all’interno del campus e, se qualcuno tenterà di resistere, verrà ucciso. Una minaccia che ha gettato nel panico la comunità ahmadi, che teme nuovi attacchi dopo il doppio assalto del maggio 2010 contro due moschee a Lahore, nel quale sono morti un centinaio di fedeli.
Interpellato da AsiaNews p. Amir John conferma che “molti studenti sono vittime di discriminazione all’interno delle scuole, ma nessuno sinora ha affrontato in modo serio il problema”. Egli accusa lo Stato di “tollerare l’odio interreligioso” e di “inerzia davanti a episodi di persecuzione”. La mentalità estremista, conclude il sacerdote di Lahore, continua a crescere e il Pakistan rischia di perdere il contributo di elementi di valore e prestigio, appartenenti a minoranze religiose.
L’espulsione di Rabia Saleem è condannata anche dalla Masihi Foundation e Life for All, due ong attive in Pakistan nella tutela delle vittime di emarginazione e violenze. In un comunicato congiunto, essi chiedono di “promuovere tolleranza e armonia” e invitano i leader religiosi a “giocare un ruolo positivo” nella costruzione di una società multiconfessionale. Il solo cittadino pakistano ad aver vinto il Nobel, ricordano gli attivisti, è stato Abdus Salam, premio Nobel per la fisica, un esponente della comunità ahmadi che per questo non ha ricevuto i giusti onori per l’ambito premio.
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