Lahore, falsa accusa di blasfemia contro un cristiano. Si teme per la sua vita
di Jibran Khan
Un muratore di 25 anni è stato accusato falsamente di aver strappato e bruciato pagine del Corano da un musulmano noto per il suo odio verso i non islamici. La polizia ha registrato la denuncia a dispetto dell’intervento dei leader religiosi. Gruppi fanatici minacciano di ucciderlo.
Lahore (AsiaNews) – Un cristiano di 25 anni è stato accusato ieri di blasfemia a Lahore, nel quartiere di Qazi, Shahdra. Khurram Masih, sposato da due mesi, muratore, stava lavorando nella residenza di Abdul Majeed. Dopo aver completato l’installazione di alcune piastrelle di marmo stava raccogliendo pezzi di carta, giornali e tavolette di legno per bruciarle. Abdul Majeed ha visto quegli avanzi che bruciavano e ha cominciato a urlare che Khurram Masih aveva strappato e dato alle fiamme pezzi di Corano. Gli altri lavoratori si sono radunati, hanno aggredito Masih e lo hanno portato alla stazione di polizia.
Abdul Majeed ha avanzato la richiesta di sporgere denuncia contro Khurram Masih per blasfemia. Leader religiosi, insieme con attivisti per i diritti umani si sono radunati alla stazione di polizia e hanno cercato di risolvere la questione, ma gli agenti e i residenti locali non volevano lasciare andare via Masih, e continuavano a insistere perché la denuncia fosse accolta. E questa mattina un Fir (First Information Report) per blasfemia in base al codice penale pakistano è stato registrato a nome di Khurram Masih.
Gli attivisti per i diritti umani, fra cui Khalid Shahzad e Khalid Gill, erano presenti alla stazione di polizia; hanno chiesto protezione per l’accusato e hanno protestato perché l’accusa era falsa. I gruppi estremisti hanno annunciato con gli altoparlanti che un cristiano aveva dissacrato il Corano e doveva essere punito. Gli attivisti dei diritti umani sono preoccupati per la sicurezza di Khurram Masih, che non è al sicuro nella stazione di polizia di Shahdra. Padre Francis Xavier, della diocesi di Lahore, ha dichiarato ad AsiaNews: “E’ un incidente molto triste, il giovane uomo è stato accusato falsamente di blasfemia. La persona che ha avanzato la denuncia è legata a gruppi religiosi, ed è noto per il suo odio verso i non musulmani. Sono stati fatti annunci nella zona con incitamento all’odio verso i cristiani. Abbiamo paura per la vita di Khurram Masih, bisogna che gli sia assicurata protezione da chi vuole ucciderlo”.
L’introduzione delle famigerate leggi sulla blasfemia nel 1986, durante la dittatura del generale pakistano Zia ul-Haq, hanno determinato una crescita esponenziale nelle denunce per “profanazione del Corano” o “diffamazione del profeta Maometto”. Tra il 1927 e il 1986, anno in cui è stata approvata la “legge nera”, si sono registrati solo sette casi accertati di blasfemia. Invece, dal 1986 ad oggi le vittime sono salite a oltre 4mila e il dato è in continuo aumento: basti pensare che dal 1988 al 2005, le autorità pakistane hanno incriminato 647 persone per reati connessi alla blasfemia, mentre negli ultimi anni sono migliaia i casi di cristiani, musulmani, ahmadi e fedeli di altre religioni accusati sulla parola, senza il minimo indizio di colpevolezza.
Abdul Majeed ha avanzato la richiesta di sporgere denuncia contro Khurram Masih per blasfemia. Leader religiosi, insieme con attivisti per i diritti umani si sono radunati alla stazione di polizia e hanno cercato di risolvere la questione, ma gli agenti e i residenti locali non volevano lasciare andare via Masih, e continuavano a insistere perché la denuncia fosse accolta. E questa mattina un Fir (First Information Report) per blasfemia in base al codice penale pakistano è stato registrato a nome di Khurram Masih.
Gli attivisti per i diritti umani, fra cui Khalid Shahzad e Khalid Gill, erano presenti alla stazione di polizia; hanno chiesto protezione per l’accusato e hanno protestato perché l’accusa era falsa. I gruppi estremisti hanno annunciato con gli altoparlanti che un cristiano aveva dissacrato il Corano e doveva essere punito. Gli attivisti dei diritti umani sono preoccupati per la sicurezza di Khurram Masih, che non è al sicuro nella stazione di polizia di Shahdra. Padre Francis Xavier, della diocesi di Lahore, ha dichiarato ad AsiaNews: “E’ un incidente molto triste, il giovane uomo è stato accusato falsamente di blasfemia. La persona che ha avanzato la denuncia è legata a gruppi religiosi, ed è noto per il suo odio verso i non musulmani. Sono stati fatti annunci nella zona con incitamento all’odio verso i cristiani. Abbiamo paura per la vita di Khurram Masih, bisogna che gli sia assicurata protezione da chi vuole ucciderlo”.
L’introduzione delle famigerate leggi sulla blasfemia nel 1986, durante la dittatura del generale pakistano Zia ul-Haq, hanno determinato una crescita esponenziale nelle denunce per “profanazione del Corano” o “diffamazione del profeta Maometto”. Tra il 1927 e il 1986, anno in cui è stata approvata la “legge nera”, si sono registrati solo sette casi accertati di blasfemia. Invece, dal 1986 ad oggi le vittime sono salite a oltre 4mila e il dato è in continuo aumento: basti pensare che dal 1988 al 2005, le autorità pakistane hanno incriminato 647 persone per reati connessi alla blasfemia, mentre negli ultimi anni sono migliaia i casi di cristiani, musulmani, ahmadi e fedeli di altre religioni accusati sulla parola, senza il minimo indizio di colpevolezza.
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