19/12/2006, 00.00
CINA
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La tv di Stato ammette che in Cina cresce la fede cattolica

Oltre 5 milioni di cattolici secondo i dati ufficiali, molti di più secondo stime ufficiose. Centinaia di battesimi alla volta, specie tra giovani. Una rinascita che le organizzazioni ufficiali statali non riescono a controllare.

Pechino (AsiaNews) – Cresce la fede cattolica in Cina, specie tra i giovani. A dirlo è un servizio della China Central Television (CCTV), la prima televisione cinese, controllata dalla governativa Amministrazione statale per la radio, la tv e il cinema.

 

In un servizio mandato in onda ieri, è raccontata la storia di un giovane convertito. (Vedi qui il video).

Liu Huimin, 26 anni, dirigente commerciale per una ditta di tecnologia informatica, racconta che “come cattolico ho imparato l’amore per gli altri e come aiutare i bisognosi, specie in modo da render loro più agevole accettare l’aiuto altrui”. Huimin è stato battezzato un anno e mezzo fa e frequenta la Nan Tang (la Chiesa del sud, dedicata all'Immacolata Concezione), la più antica chiesa di Pechino. I battesimi sono molto frequenti: il servizio mostra 165 battesimi durante una messa domenicale, cui partecipano molti giovani e ragazzi.

 

Per Liu Huimin le funzioni religiose sono importanti. Prima – racconta - poneva se stesso al centro dei suoi interessi, ma ora ha imparato a considerare anche il punto di vista degli altri. Nel suo cammino di conversione è stata decisiva una famiglia di credenti che lo ha aiutato e sostenuto, specie all’epoca delle prime difficoltà nella nuova fede.

 

Suor Teresa Ying Mulan, superiora del locale convento di S. Giuseppe, spiega che “per la prima volta è possibile comunicare la fede”, senza molti problemi, anche grazie “al riconoscimento da parte della Costituzione” della libertà religiosa. “I battesimi di oggi sono un esempio evidente”.

 

La CCTV, controllata dall’Amministrazione statale per la radio, la tv e il cinema, diretta emanazione del governo centrale, non ha alcuna indipendenza editoriale. Molti esperti osservano che le sue notizie si rifanno ai parametri indicati dal Dipartimento per la propaganda del Partito comunista.

Anche per questo è importante e curioso il suo riconoscimento della rinascita cattolica in Cina, che avviene in modo indipendente dagli organismi di controllo del governo, quale l' Associazione patriottica cattolica cinese.

 

La CCTV parla di 5 milioni di cattolici nel Paese, ma le stime ufficiose - di AsiaNews e della diocesi di Hong Kong - parlano di oltre 12 milioni di fedeli. Molti di essi sono tuttora costretti a riunirsi e pregare in luoghi e strutture parallele a quelle ufficiali. Il formale riconoscimento della libertà religiosa nella costituzione cinese garantisce un minimo di libertà alle comunità ufficiali. Ma per i fedeli sotterranei vi sono ancora azioni violente e arresti.

 

Intanto nella Chiesa ufficiale crescono le iniziative per celebrare il Natale. Nella chiesa di S. Pietro a Shanghai il 17 dicembre è stata rappresentata una commedia inglese medioevale in costume che racconta la storia del Natale. Hanno recitato oltre 120 persone provenienti da 15 Paesi, dall’Australia allo Zambia, ma anche persone di Shanghai di ogni età, professione e ceto. Per la parte di Gesù Bambino è stato scelto un neonato di un mese, il più giovane tra i parrocchiani. Nella commedia è stato inserito il personaggio di Paolo Xu Quangqi, funzionario della dinastia Ming, convertito dal gesuita Matteo Ricci, che fu un suo valido aiuto per tradurre in cinese testi europei di matematica, idraulica e geografia. E’ stato il primo nativo della Cina a pubblicare in cinese traduzioni di libri europei. (PB)

 

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