31/12/2009, 00.00
NEPAL - CINA
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La svolta nepalese: il Tibet fa parte della Cina, basta proteste

di Kalpit Parajuli
Il nuovo primo ministro di Kathmandu arriva a Pechino e garantisce al presidente cinese Hu Jintao che non saranno permesse attività secessioniste sul territorio del Nepal. In cambio, accordi commerciali e di sviluppo.
Pechino (AsiaNews) – Il Nepal “farà di tutto per fermare le attività anti-cinesi sul proprio territorio, e riconosce il Tibet e Taiwan come parti inalienabili del territorio governato da Pechino. Per questo, non sarà permesso a nessuno di usare il territorio nepalese per danneggiare gli interessi cinesi”. Lo ha detto ieri il primo ministro di Kathmandu Madhav Kumar Nepal al presidente cinese Hu Jintao, nel corso della sua prima visita ufficiale a Pechino. Il premier in visita ha incontrato anche il primo ministro Wen Jiabao e il membro del Politburo Wu Bangguo.
 
Per la delegazione nepalese era presente anche il ministro per le Risorse idriche, Prakash Sharan Mahat, che ha aggiunto: “In meno di mezz’ora di colloqui, i due leader hanno riconosciuto la grande cooperazione che si è formata fra i due Paesi sin da quando, 54 anni fa, sono nati i rapporti diplomatici bilaterali. Il presidente cinese ci ha assicurato del suo sostegno totale”. il consigliere politico Raghuji Panta ha aggiunto che Hu Jintao “ha definito il Nepal un amico molto importante per la Cina”.
 
La visita del gruppo nepalese è durata sei giorni ed è iniziata da Lhasa, la capitale del Tibet. Arrivato a Pechino il 28 dicembre, Nepal ha incontrato Wen Jiabao. I due hanno firmato un accordo per lo scambio di studenti fra le due nazioni e diversi contratti di cooperazione economica. In un incontro separato, il ministro nepalese degli Esteri Sujata Koirala e la sua controparte cinese Yang Jiechi hanno siglato due diversi memorandum di intesa commerciale del valore di 1,5 miliardi di rupie.
 
Nel corso degli ultimi sei mesi, la Cina ha raddoppiato il proprio sostegno economico al Nepal. Secondo i nuovi accordi, Pechino si impegna a migliorare l’esportazione dei prodotti nepalesi nel proprio territorio, e incoraggia le ditte cinesi a partecipare ai progetti di costruzione di infrastrutture nella zona montuosa. Secondo Wen Jiabao, inoltre, “la Cina rispetta e sostiene il sistema sociale e quello di sviluppo scelto da Kathmandu, e farà il possibile per assicurarne la stabilità”.
 
La nuova posizione ufficiale del Nepal segna un duro colpo per la diaspora tibetana, che aveva trovato rifugio politico nel territorio governato da Kathmandu. L’esilio è iniziato nel 1959, quando il Dalai Lama fu costretto a scappare da Lhasa per trovare rifugio in India. Da allora, circa 20mila tibetani si sono stabiliti in Nepal, e proprio qui manifestano spesso contro la repressione cinese del Tibet. L’accordo politico fra i due Paesi mette un freno a tutto questo.
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