La storia di Christine Francisca, una vita benedetta dalla Madonna di Tewatta
Colombo (AsiaNews) - Ha iniziato a visitare il santuario di Nostra Signora di Lanka, a Tewatta, con i suoi genitori. Oggi Christine Francisca, 37 anni, ci torna da madre e moglie, con i suoi due figli e il marito Anton, per ringraziare la Madonna delle benedizioni che hanno accompagnato la sua vita. Il 25 agosto scorso, con la sua famiglia e altre migliaia di pellegrini, la donna ha partecipato all'annuale Giornata della benedizione dei malati.
La cerimonia è stata presieduta da mons. Joseph Spiteri, nunzio apostolico in Sri Lanka; il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo; mons. Thomas Savundaranayagam, della diocesi di Jaffna; mons. Emmanuel e mons. Maxwel, vescovi ausiliari di Colombo; mons. Nicholas Marcus e mons. Oswald Gomis, vescovi emeriti.
La Basilica è stata voluta dall'allora arcivescovo di Colombo mons. Jean-Marie Masson. Nel 1940 fece voto che, se all'isola fossero stati risparmiati gli orrori della guerra, avrebbe costruito una basilica alla Vergine. Nel 1946 ha ottenuto il permesso vaticano di realizzare la chiesa e dedicarla alla Nostra Signora di Lanka. Papa Pio XII nel 1948 ha proclamato la Madre Benedetta quale protettrice dello Sri Lanka. La prima pietra è stata posta il 4 febbraio 1951. La statua della Madonna è stata benedetta da Pio XII e portata nell'isola nel 1952. La messa di consacrazione del 1974 è stata officiata da tutti i vescovi del Paese, guidati dal cardinal Thomas Cooray.
"Sono andata alla Madonna di Tewatta per la prima volta 10 anni fa - racconta Christine Francisca ad AsiaNews -, all'epoca avevo 27 anni e venivo con i miei genitori e altri membri della mia famiglia". Poco tempo dopo "mi sono innamorata di un ragazzo che non aveva un vero e proprio lavoro. Per questo motivo i miei genitori non volevano che lo frequentassi, ma io desideravo soltanto sposarlo, con la benedizione dei miei, e che lui trovasse un lavoro".
Così, prosegue, "ho iniziato a pregare la Madonna, chiedendo la sua intercessione. Non [pregavo] solo durante la Giornata della benedizione dei malati, ma ogni volta che avevo l'occasione di andare in pellegrinaggio al santuario con i miei amici".
"A quel tempo dicevo un rosario speciale - ricorda - e con mia grande sorpresa, dopo sei mesi il mio ragazzo trovò lavoro, con un buon stipendio". Le difficoltà però non sono finite: "Dopo il matrimonio avremmo voluto andare a vivere da soli, comprando o affittando una casa, ma i soldi non ci bastavano. Il mio fidanzato mi disse di risparmiare tre quarti del suo salario per sei mesi, mentre cercavamo un buon appartamento. Dopo cinque mesi avevamo messo da parte soldi a sufficienza, anche grazie ai miei risparmi. Ma proprio quando stavamo per depositare la caparra per una casa, un nostro amico ci disse che potevamo vivere nella sua abitazione per tre anni, senza pagare nulla, perché con la sua famiglia si sarebbe trasferito all'estero per una borsa di studio".
"Così - racconta la donna - senza spendere un soldo abbiamo ricevuto una bellissima casa, completa di tutto e anche con un piccolo giardino!". "Sei mesi dopo - continua Anton, ora suo marito - ci siamo sposati, con le benedizione dei nostri genitori e delle nostre famiglie. E adesso conduciamo una vita pacifica. Per tutto quello che abbiamo avuto".
