La società civile dello Sri Lanka: libertà per i rifugiati tamil e vera democrazia
Colombo (AsiaNews) – Leader delle Chiese cristiane dello Sri Lanka, attivisti per i diritti umani e operatori delle organizzazioni non governative dell’isola si sono dati appuntamento, ieri davanti alla stazione ferroviaria di Colombo, per una manifestazione del neonato People’s Movement for Freedom and Democracy.
In 300 hanno manifestato per chiedere al governo la liberazione dei rifugiati tamil rinchiusi nei campi profughi; l’attuazione del 13mo emendamento della costituzione che devolve maggior poteri ai governi locali; l’aumento dei salari e la riduzione del costo della vita; la difesa della libertà di stampa nel Paese.
Tra i manifestanti, presenti tamil e singalesi che hanno esposto cartelli di protesta scritti nelle rispettive lingue e le foto di parenti e amici rinchiusi nei campi profughi (nella foto).
P. Yohan Devananda, pastore anglicano di Nawala tra gli animatori del nuovo movimento, afferma ad AsiaNews: “È arrivato il momento di rompere il silenzio perché la situazione è ormai vergognosa. All’apparenza sembra più che sopportabile, ma in realtà ci stiamo incamminando verso una orientamento dittatoriale”. Spiegando le intenzioni del neonato cartello di associazioni il reverendo Devananda annuncia “altre iniziative anche in altri distretti, sino a quando non otterremo risposte alle nostre domande”.
Stesso impegno ribadito da p. Sarath Iddamalgoda al termine della manifestazione. Il sacerdote cattolico, coordinatore del Christian Solidarity Movement, ha ricordato ai partecipanti: “Questo è solo l’inizio. Dobbiamo continuare sino a quando i bisogni del popolo vinceranno”.
Al People’s Movement for Freedom and Democracy partecipano il World Peace and Solidarity Movement, il Movement of National Land & Agriculture Research (Monlar), alcuni movimenti della sinistra sociale e diverse personalità della società civile.