02/08/2005, 00.00
MALAYSIA
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La setta della "teiera", eliminata da fondamentalisti islamici

Adoravano una teiera gigante. Credevano che il loro fondatore incarnasse tutte le divinità; polizia e imam con bulldozer radono al suolo le strutture della setta. Aveva molti proseliti anche tra i musulmani.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Scmp) – Fondamentalisti islamici in Malaysia, paese a maggioranza musulmano, non hanno perdonato i fedeli di una piccola setta che da anni adoravano una teiera gigante e domenica scorsa, 31 luglio, hanno distrutto la loro divinità e le strutture dove si riunivano.

Per quasi 25 anni Ariffin Mohammed - 65 anni, musulmano malaysiano – meglio conosciuto come Ayah Pin o Padre Pin è stato minacciato, arrestato e detenuto in carcere nel tentativo di fargli abbandonare la sua fede nel "Regno del Cielo" e riportarlo sul vero cammino dell'islam sunnita.

L'uomo ha rifiutato e domenica scorsa qualcuno altro ha pensato di mettere fine alla sua religione. Alcuni religiosi islamici e poliziotti hanno marciato verso la comune nel villaggio 13 di Batu – stato di Terengganu, Malaysia orientale; accompagnati da bulldozer, hanno demolito edifici e varie strutture di cui si serviva questa bizzarra, ma unica comune interreligiosa.

"Dovevamo fermarlo" ha detto Abdul Hamid Othman, capo degli affari islamici dell'Ufficio del premier Abdullah Badawi. "Quell'uomo violava la santità dell'islam e i suoi insegnamenti erano una minaccia per la sicurezza nazionale".

Attivisti per i diritti umani hanno, però, condannato il provvedimento come una grave violazione della libertà fondamentale. Elizabeth Wong, segretario generale dell'Associazione malaysiana per i diritti umani, ha dichiarato: "Persone innocenti sono state brutalmente attaccate e traumatizzate; questa gente non ha infranto nessuna legge".

Iniziata a metà degli anni '80, la comune è cresciuta fuori dal controllo statale finché nel 1998 i suoi seguaci non hanno messo in piedi una specie di parco giochi stile Disneyland - con edifici a forma di ombrello, barche decorate, colonne greco romane - al cui centro hanno posto una teiera gigante e un altrettanto grande vaso blu. Ayah inizia così a fare proseliti tra gli abitanti dei villaggi e anche tra gli stranieri.

La teiera, che simboleggia il riversarsi della pace e della benedizione dei Cieli sull'umanità, è diventato oggetto di culto. "Sono morto quando avevo 10 anni – dice Ayah – e sono rinato 40 giorni più tardi; da allora sono morto e rinato 17 volte". Ayah, ex contadino analfabeta, dice di avere avuto visioni nei suoi sogni. Un suo adepto, James Lee, spiega che Ayah è la reincarnazione di tutte le divinità: Shiva, Buddha, Cristo e il Profeta Maometto". Il culto non ha particolari restrizioni e ammette tutte le religioni perché "tutte le preghiere finiscono con Ayah il dio".

L'opposizione delle autorità alla comune interreligiosa è aumentata a metà di giugno in seguito alla grande pubblicità fatta dai media e alla paura del grande seguito che la setta aveva anche tra i musulmani. In un primo momento il culto è stato definito "deviato"; poi  le autorità locali hanno ordinato ad Ayah di chiudere le sue strutture. Dopo il suo rifiuto la polizia, il 2 luglio scorso, ha fatto irruzione nella comune e arrestato più di 50 seguaci. Sedici giorni dopo una folla ha attaccato e dato fuoco ad alcuni edifici della setta. Il 28 luglio sono stati arrestati altri 50 fedeli. Tutto si è concluso 2 giorni fa con i bulldozer voluti da religiosi islamici e polizia. Della comune non rimane niente: i suoi circa mille 1.000 fedeli si sono dispersi e nascosti per il paese.

Ayah è sparito abbandonando le sue 4 mogli e 22 figli. I suoi seguaci musulmani aspettano di essere giudicati da tribunale islamico mentre i non musulmani sono liberi.

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