La ricetta di HT Sangliana contro l’estremismo religioso: basta connivenze e rispetto della legge
di Nirmala Carvalho
Il nuovo vice presidente della Commissione nazionale per le minoranze parla delle violenze contro i cristiani in India. Le frange estreme sono “convinte che il 2,5% dei cristiani potrà sopraffare l’85% degli indù”. Troppo spesso i poliziotti “si tappano le orecchie, restano testimoni muti o, cosa peggiore, parteggiano in modo chiaro per gli aggressori”.
Mumbai (AsiaNews) - “Tutte le leggi sono efficaci se si mettono in atto senza pregiudizi. Purtroppo sappiamo che le stesse forze chiamate a proteggere le minoranze spesso si tappano le orecchie, restano testimoni muti o, cosa peggiore, parteggiano in modo chiaro per gli aggressori”. Sono parole di HT Sangliana (foto), che il 14 dicembre è stato nominato dal governo di New Delhi vice presidente della Commissione nazionale per le minoranze.
In India HT Sangliana è conosciuto come il “super poliziotto”. Cristiano, già parlamentare nel Lok Sabha e patron del Karnataka Missions Network, ha passato 36 dei suoi 68 anni nell’Indian Police Service. Nel 2004 si è candidato con il nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp) per poi abbandonarlo per contrasti sulla linea politica. Per diversi commentatori la sua recente designazione a vice presidente della Commissione nazionale per le minoranze mette l’uomo giusto al posto giusto.
È possibile interpretare la sua nomina come il rinnovato interesse del governo di proteggere le minoranze?
Direi di sì. Tutti sanno che sono un ufficiale di polizia imparziale, che non favorisco nessuna comunità in particolare, ma difende chi è debole, oppresso a chi non ha rappresentanza e chi è dalla parte della legge. Nei miei 36 anni di servizio non sono mai stato accusato di favorire qualcuno, a partire dalla lingua, dalla religione, dalla casta o dall’etnia. Sono sempre stato imparziale nella aiutare i fratelli e le sorelle del nostro Paese. Non è un caso che tre registi abbiano voluto fare dei documentari sul mio lavoro.
Che idea si è fatto delle frange estremiste e dei loro ripetuti attacchi contro le minoranze nel Paese?
Tutti gli indù che appartengono alla classe media ed hanno ricevuto una buona educazione non hanno una mentalità chiusa. Sanno che nel Paese è necessaria l’armonia. Gli attacchi sono messi a segno da gruppi di radicali che si autodefiniscono bajrangdal, militanti del Viśva Hindū ParisadRashtriya Swayamsevak Sangh (Rss). Questa gente si è convinta che il 2,5% dei cristiani in India potrà sopraffare l’85% degli indù se le conversioni non si fermano. Gli estremisti pianificano quando vogliono attaccare la casa di un cristiano e chiamano anche i media perché documentino il fatto.(Vhp) o del
Di recente ha affermato che le frange più radicali degli indù vogliono creare “psicosi” tra i cristiani e “avvelenare” l’opinione pubblica. Cosa intende?
Sono stati registrati più di una dozzina di casi contro cristiani [accusati di conversioni forzate], ma nessuno di essi è stato processato a causa della mancanza di prove. Questi casi sono da notificare come crimini e quindi la polizia ha l’obbligo di rilevarli, ma ai miei ufficiali ho sempre detto di perseguire per calunnia gli accusatori la cui denuncia si dimostra falsa. È un modo per perseguitare le minoranze. Non a caso molte delle denunce sono presentate al sabato di modo che i cristiani vengono messi in custodia cautelare la domenica che è festa. Ogni indù può svolgere la puja [rituale di ringraziamento, ndr] a casa propria e non ha bisogno di nessun permesso perché questo non è richiesto. Perché un cristiano che vuole recitare una preghiera in famiglia dovrebbe chiedere il permesso? Proteggere le minoranze è un dovere del governo.
Si discute molto del Communal Violence Bill come soluzione per proteggere le minoranze e prevenire le violenze estremiste. Lei Cosa ne pensa?
Tutte le leggi sono efficaci se si mettono in atto, e questo deve essere fatto senza nessun pregiudizio. Purtroppo sappiamo che le stesse forze preposte a proteggere le minoranze spesso si tappano le orecchie, restano testimoni muti o, cosa peggiore, parteggiano in modo chiaro per gli aggressori. Per questo dico che il Communal Violence Bill è buono se messo in atto, ma anche le leggi esistenti sono buone se i nostri agenti le attuano in modo adeguato.
Lei ha lavorato per anni nell’ Indian Police Service, come giudica il rapporto tra politica e polizia che molti sottolineano come un problema?
Che ci sia un legame tra gli agenti di polizia ed i partiti politici è un dato acclarato. Quando poi ci sono partiti che sostengono i gruppi radicali questo diventa un problema anche per il resto della società e la convivenza civile.
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