La protesta continua in Bahrain, Yemen e Iran. Ancora scontri per la libertà e le riforme
Manama (AsiaNews/Agenzie) – E’ il terzo giorno di protesta nella capitale del Bahrain, mentre a Sanaa, in Yemen, vi sono stati altri scontri oggi fra i manifestanti che chiedono le dimissioni immediate del presidente Saleh e i suoi sostenitori. L’onda di rivolta che dalla Tunisia e dall’Egitto si è propagata in tutto il Medio Oriente non accenna a diminuire. Anche oggi in Iran si registrano nuove proteste, a dispetto della dura repressione esercitata dal regime.
Migliaia di persone si sono riunite anche oggi a Manama, dopo gli scontri dei giorni scorsi in cui la polizia ha ucciso due manifestanti. Il ministro dell’Interno ha detto che i responsabili sono stati arrestati, e il re del Bahrain in una rara apparizione televisiva ha garantito che sarà aperta un’inchiesta. I manifestanti hanno portato tende e coperte nella piazza delle Perle, e hanno promesso di non muoversi fino a quando le loro richieste di riforme politiche non verranno accettate. Chiedono il rilascio di tutti i detenuti politici, maggiore offerta di posti di lavoro e di abitazioni e la sostituzione del primo ministro Sheik Khalifa bin Salman Al Khalifa. Nella piazza sono riunite circa diecimila persone.
A Sanaa, capitale dello Yemen, militanti filogovernativi armati di bastoni e coltelli si sono scontrati oggi con i dimostranti, causando almeno quattro feriti. E’ il quarto giorno di proteste nel Paese. Tre giornalisti sono stati picchiati dai sostenitori del presidente Saleh nel corso delle proteste davanti all'università. La polizia è intervenuta sparando in aria ma senza riuscire a riprendere il controllo della situazione. Uno degli studenti ha detto che 'le dimostrazioni continueranno fino a quando questo regime se ne andrà''.
A Teheran nuovi scontri anche oggi. Secondo la Tv statale le violenze sarebbero scoppiate al funerale di una delle persone morte nella manifestazione dell'altro ieri. Secondo i media di Stato nelle manifestazioni di lunedì sono morti due sostenitori del regime, ma l'opposizione afferma che il giovane ucciso, Sanee Jaleh, sarebbe in realtà un manifestante dell'"onda verde" (il movimento di protesta contro il regime). Il sito di opposizione “Iranpressnews” spiega che un gruppo armato di basij (sostenitori del regime) ha assalito gli studenti . Circa duemila studenti della facoltà di Belle Arti dell'Università di Teheran sarebbero stati rinchiusi in una sala dell'ateneo da alcuni paramilitari basij, con l'obiettivo di impedire al gruppo di partecipare ai funerali di Saneh Jaleh, studente della stessa facoltà.