La proposta di Netanyahu sulle colonie israeliane è un “inganno”
Gerusalemme (AsiaNews) – Membri dell’Autorità palestinese hanno criticato stamane la proposta del premier israeliano di frenare per 10 mesi le costruzioni delle colonie ebraiche nei territori occupati. “Israele parla di un rallentamento e non di un congelamento”, ha detto un rappresentante dell’Olp. E Mustafa Barghouti, parlamentare palestinese, aggiunge: “Ciò che Netanyahu ha annunciato è uno dei più grossi tentativi di inganno nella sua vita”.
Ieri Benjamin Netanyahu ha annunciato “con dolore” che Israele limiterà la costruzione di colonie per 10 mesi, per dare “nuovo impeto” ai negoziati di pace con i palestinesi.
Ma ha pure precisato che “non fermeremo le costruzioni esistenti e continueremo a costruire sinagoghe, scuole, asili e edifici pubblici essenziali per la vita normale”. Inoltre, ha aggiunto, le restrizioni non saranno applicate a Gerusalemme, “nostra capitale sovrana”.
I palestinesi fanno notare che la proposta Netanyahu in pratica non porta nulla di nuovo e che “le costruzioni delle colonie andranno avanti come sempre”.
Sotto le leggi internazionali, le colonie israeliane nei Territori occupati durante la guerra del ’67 sono illegali. Nonostante ciò a tutt’oggi vi sono almeno 500 mila israeliani che vivono in Cisgiordania e a Gerusalemme est e la popolazione israeliana nelle colonie aumenta ogni anno del 5-6%.
Nel 2003 Tel Aviv ha accettato di congelare gli insediamenti come condizione per i colloqui di pace con i palestinesi, ma il blocco non è mai avvenuto.
Negli ultimi anni Israele ha costruito molte colonie in zone fra Gerusalemme est e Betlemme, definendole “parte di Gerusalemme”. Secondo analisti ciò permette a Israele di rompere la continuità territoriale fra Gerusalemme est e la West Bank, mettendo le basi per fare Gerusalemme unica “capitale sovrana ed eterna” di Israele e sottraendo per sempre Gerusalemme est quale capitale di un futuro stato palestinese.
“Essi vogliono il via libera per costruire a Talpiyot est, Gilo, Ramat Eshkol” ha detto un rappresentante dell’Olp. “Queste colonie non sono nemmeno parte di Gerusalemme”, ma sono state annesse a Gerusalemme per legge.
Alcuni giorni fa il governo della città ha dato il via alla costruzione di 900 nuove abitazioni a Gilo. Secondo i palestinesi le costruzioni nella West Bank avanzeranno, anzi “tutto andrà peggio”.
Nel mesi scorsi il presidente Usa Barack Obama aveva detto che il blocco degli insediamenti era una condizione essenziale al processo di pace. Ieri George Mitchell, inviato speciale Usa per il Medio oriente ha definito la proposta di Netanyahu “significativa” e di “sostanziale impatto”.