La prima volta della torcia in Corea del Nord
Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – La torcia olimpica è in Corea del Nord, per la prima volta nella sua storia. Perfetta coreografia di fratellanza universale, mentre Pyongyang insulta il presidente della Corea del Sud. Nel repressivo Paese, di cui Pechino è il principale alleato, la fiamma è partita senza problemi a Pyongyang, dall’obelisco della Juche Tower (che commemora l’ideologia della “autorealizzazione” del "presidente eterno" Kim Il Sung), davanti a migliaia di persone festanti e a qualche bandiera cinese. Il premier Kim Yong Nam ha passato la torcia a Pak Du Ik (nella foto), giocatore di calcio che nei campionati mondiali del 1966 ha realizzato la storica rete che ha eliminato l’Italia e qualificato la Corea ai quarti di finale. Per tutti i 20 chilometri del percorso, la torcia è stata applaudita dagli spettatori, che hanno sventolato fiori di carta rosa e piccole bandiere con il logo di Pechino 2008, in una perfetta coreografia di amicizia tra i popoli.
Gli esuli nordcoreani accolti nella Corea del Sud hanno criticato la tappa a Pyongyang, dove il leader Kim Jong Il nega ai cittadini ogni diritto umano, non consente loro di viaggiare senza autorizzazione e vede gran parte della popolazione soffrire la fame. Il regime, a sua volta, ha criticato le proteste contro la torcia e dato pieno appoggio a Pechino per la repressione in Tibet.
Ieri a Seoul (Corea del Sud) la torcia era stata “scortata” da circa 8mila poliziotti per evitare proteste. Ci sono stati scontri tra sostenitori della Cina e circa 50 manifestanti con una bandiera “Liberi i nord coreani rifugiati in Cina”. Pechino in genere rimpatria i fuggitivi nordcoreani, che poi nel loro Paese subiscono gravi condanne. Il nordcoreano Son Jong Hoon si è cosparso di petrolio, ma la polizia gli ha impedito di darsi fuoco: voleva protestare per impedire l’esecuzione della condanna a morte del fratello, accusato di spionaggio per essersi incontrato con lui in Cina.
Due giorni fa Pyongyang ha rifiutato la proposta del presidente sudcoreano Lee Myung-bak di creare un ufficio congiunto per le relazioni tra i due Paesi. La stampa statale nordcoreana ha definito la proposta di Lee come “un espediente per evitare le sue responsabilità per il peggioramento dei rapporti Nord-Sud” e lo ha definito “ignorante”, “sonnambulo politico” e “citrullo”.
Conciliante la reazione del portavoce di Seoul, Lee Dong-kwan, che ha sottolineato che questa proposta “non fa parte delle nostre strategie con la Corea del Nord, per cui non siamo colpiti da questo rifiuto”, ma ha anche invitato il Nord a considerare “la necessità di uno stabile canale di dialogo e cooperazione tra i due Paesi”.