11/08/2011, 00.00
CINA - COREA
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La portaerei cinese “minaccia la stabilità del Pacifico”

di Joseph Yun Li-sun
Fonti del governo di Seoul ad AsiaNews: “Pechino vuole mettere le mani sulle acque internazionali e vuole chiudere la questione di Taiwan”. Analisti militari confermano: “La Varyag è in grado di fare grossi danni”. Ma gli americani gettano acqua sul fuoco: “Sono lontani anni luce dalla capacità militare degli Stati Uniti”.
Seoul (AsiaNews) – La portaerei varata dalla Marina militare cinese “è una minaccia alla stabilità del Pacifico: il governo di Pechino ha deciso di calare l’asso per mettere le mani sulle terre contese con le altre nazioni dell’area e vuole chiudere una volta per tutte la questione di Taiwan”. Lo dice ad AsiaNews una fonte del governo sudcoreano, che cita analisi militari apparse sui giornali di oggi e alcune informazioni ricevute dal governo di Seoul.

Per la prima volta nella sua storia, la Marina militare cinese ha dato il varo a una portaerei in grado di trasportare non soltanto jet militari ma anche un sistema missilistico di ultima generazione: la “Varyag” – comprata dieci anni fa dall’Ucraina e di produzione sovietica – è uscita, due giorni fa dal porto di Dalian (nel nordest della Cina) ufficialmente per un test di navigazione.

L’annuncio è arrivato dall’agenzia Xinhua, voce ufficiale del Partito comunista cinese. Pechino ha affermato il mese scorso che essa “sarà usata per la ricerca scientifica, l’esplorazione dei mari e l’addestramento del personale militare”. Ma la nave è attrezzata con radar e con missili terra-aria di ultima generazione, ed è in grado di rappresentare una minaccia a quasi tutti i Paesi dell’area.

La “Varyag” è vista come una sfida alla forte presenza nel Pacifico della flotta degli Stati Uniti, alleati di alcuni dei Paesi rivali della Cina. Lan Ning-li, un ex ammiraglio della marina taiwanese, ha dichiarato che la messa a punto della portaerei permetterà alla Cina di «espandere le proprie attività nel Pacifico meridionale» e che renderà Taiwan «vulnerabile ad attacchi nemici».

Ma non c’è soltanto l’ex patria dei nazionalisti, nel mirino marittimo di Pechino. Il governo cinese sta litigando con tutti i suoi vicini per la sovranità su una serie quasi infinita di isolette e isolotti poveri di terra ma presumibilmente ricchi di risorse naturali: la Cina vuole affermarne la sovranità, ma si scontra con le Filippine, il Vietnam, il Giappone e la Corea del Sud.

Alcuni analisti militari, citati oggi dal quotidiano coreano Chosun-Ilbo, affermano che la mossa di Pechino “mette a rischio tutti noi. Aiutati anche dal regime di Pyongyang, in grado di creare un incidente in qualsiasi momento, i cinesi possono scombinare tutto l’equilibrio dell’area”. James Nolt (capo-analista del World Policy Institute) getta invece acqua sul fuoco: “Ci vorranno molti anni prima che la Cina possa raggiungere l’efficacia militare degli Stati Uniti sul mare”.
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