La polizia spara su tibetani che protestano contro una miniera
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La polizia spara sui tibetani che protestano in modo pacifico, a Palyul (in cinese: Baiyu) nella contea di Kardze (Ganzi) nel Sichuan, contro l’espansione di una miniera molto dannosa per l’ambiente: almeno 4 morti e 30 feriti di cui diversi gravi, ricoverati nell’ospedale di Chengdu. Prosegue ancora il confronto tra popolazione e polizia.
I fatti sono del 17 agosto, ma sono emersi da poco grazie a tibetani in esilio, per la rigida censura di Pechino sulle notizie riguardanti i tibetani e le proteste sociali.
Il monaco Drime Gyaltsen, in esilio in India, riferisce all’agenzia Radio Free Asia che il 13 agosto un gruppo di etnici tibetani del villaggio di Sharchu Gyashoe, città di Tromtar, guidato dal capo villaggio Tashi Sangpo, ha protestato davanti al palazzo del governo della contea, preoccupati che i maggiori scavi programmati per la locale miniera di oro, della ditta cinese Kartin, avrebbero devastato i terreni coltivati, aumentato l’inquinamento e compromesso l’ambiente. C’è il timore che gli scavi possano alterare pure l’equilibrio geofisico: nelle vicine contee di Drukchu (Zhouqu nel Gansu) e di Gyegudo (Yushu, Qinghai) ci sono stati recenti smottamenti e terremoti che i locali attribuiscono anche agli scavi minerari e per le grandi opere. Per questo chiedono maggiori studi geologici preventivi.
I tibetani chiedevano anche un eventuale indennizzo per i danni causati dalla miniera. In risposta le autorità hanno arrestato gli autori della petizione. Allora sono arrivati altri residenti che per 3 giorni hanno protestato davanti al palazzo. Nelle prime ore del 17 agosto la polizia è arrivata in forze, ha sparato gas sulla folla e ha iniziato ad arrestare persone. La folla “ha ripreso a urlare e a protestare. Allora la polizia ha aperto il fuoco”. Negli scontri sono stati feriti anche 2 poliziotti.
Drime aggiunge che la polizia ha poi mandato ulteriori forze, “ha bloccato tutte le strade di Palyul e i residenti non possono nemmeno muoversi con libertà”.
Mancano commenti ufficiali e le autorità locali per telefono hanno detto soltanto che “sono in corso trattative”.
La ditta Kartin ha aperto la miniera da circa 20 anni, ma dal 2006 la sta potenziando e ha portato sempre maggiori macchinari per incrementare gli scavi.
La contea di Kardze è abitata da etnici tibetani: qui nel marzo 2008 sono esplose forti proteste anti-Pechino, sedate da un massiccio intervento dell’esercito. Il Tibet è ricco d’oro e di metalli pregiati e gli abitanti accusano i cinesi di portare via le loro ricchezze senza nessun vantaggio per i locali e inquinando l’ambiente.