18/03/2010, 00.00
EGITTO
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La polizia egiziana arresta 13 copti, vittime dell’assalto di estremisti islamici

Tra i fermati anche quattro minorenni, fra i 13 e i 17 anni, poi rilasciati. Per i cristiani e i musulmani emesso un provvedimento di custodia cautelare di 15 giorni. A loro carico le accuse di danneggiamento di proprietà pubbliche, incendio doloso e aggressione. Associazione per i diritti umani promuove una conferenza internazionale.
Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato 13 cristiani copti – tra cui quattro minorenni, poi rilasciati – vittime dell’attacco del 12 marzo scorso. A loro carico l’accusa di assemblea religiosa illegale, danneggiamento di proprietà pubbliche, incendio doloso e aggressione. Fermati anche una dozzina di musulmani, su un totale di 2000, autori dell’assalto contro 400 fedeli copti della chiesa di san Michele a Mersa Matrouh, nel nord-ovest dell’Egitto.
 
A scatenare le violenze degli estremisti l’intervento dell’imam locale, Khamis Mohamad Khamis, durante la preghiera del venerdì. Dai microfoni della moschea di Al-Ansar, situata nelle vicinanze della chiesa di San Michele, adiacente l’edificio che ospitava i copti, il leader islamico ha incitato i fedeli alla “guerra santa” contro il luogo di culto cristiano, orinandone la distruzione, e invocando la cacciata degli “infedeli”.
 
La folla ha intrappolato i copti all’interno della chiesa e li ha assaliti, razziando le abitazioni prima di dar loro fuoco. Il raid ha causato il ferimento di 23 cristiani, di cui due in modo grave, tanto che è stato disposto il ricovero al Victoria Hospital di Alessandria, distante 200 km. Fonti della chiesa locale denunciano la devastazione completa di 18 case, quattro negozi e 18 auto (nella foto). “Questa gente è completamente rovinata” afferma l’attivista Wagih Yacoub.
 
L’assalto alla comunità cristiana copta è durato oltre 14 ore. L’intervento – tardivo – delle forze di sicurezza ha evitato la carneficina. Gli agenti hanno trasportato i parrocchiani dalla chiesa, situata nel sobborgo di Rifiyah, alle loro case, presidiando le abitazioni per evitare nuovi attacchi degli estremisti.
 
Matta Zakaria, sacerdote locale, denuncia all’agenzia AINA “il sequestro di quattro minori, tra i 13 e i 17 anni, da parte della polizia”. Con un “inganno”, gli agenti hanno condotto i giovani in caserma chiedendo loro di identificare gli assalitori musulmani. Tra i giovani vi era anche un ragazzo che non si trovava in chiesa durante l’assalto. I giovani riferiscono anche di “insulti e percosse” da parte delal polizia, che ne ha disposto la scarcerazione dopo l’intervento di alcuni sacerdoti copti.
 
Le forze dell’ordine hanno aperto un fascicolo di inchiesta a carico degli arrestati – cristiani e musulmani – con l’accusa di assemblea religiosa illegale, danneggiamento di proprietà pubbliche, incendio doloso e aggressione. Il regime di custodia cautelare durerà 15 giorni.
 
Intanto la Egyptian Union for Human Rights Organization (EUHRO) ha indetto una conferenza internazionale per 21 marzo prossimo. Durante l’incontro si parlerà degli incidenti di Mersa Matrouh, causati dalla “mancanza di un’autorità statale”, e verrà lanciato un appello al governo perché monitori gli interventi degli imam, fonte di violenze confessionali tra cristiani e musulmani.
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