La più imponente operazione di soccorso nella storia del paese
Un team internazionale e 13 mila volontari locali, compresi i detenuti, alla ricerca dei superstiti. Denuncia della popolazione: i soccorritori si occupano solo dei turisti.
Phuket (AsiaNews/Agenzie) Questa mattina un team internazionale di volontari e 13 mila thailandesi hanno dato il via alla più vasta operazione di soccorso nella storia del paese, mentre il primo ministro Thaksin Shinawatra ha annunciato che il numero delle vittime potrebbe toccare quota 7 mila. Secondo il premier le operazioni di soccorso rappresentano una vera e propria gara contro il tempo, perché "ci sono ancora molte persone che mancano all'appello", ma di queste "l'80% potrebbe essere già morta e il restante 20% può aver perso ogni contatto".
Le stime ufficiali parlano di oltre 6 mila dispersi, fra turisti e thailandesi, mentre il numero accertato (ad oggi) delle vittime è di 1975 persone.
Il team internazionale, composto da volontari australiani, tedeschi, giapponesi, israeliani e di altre nazioni, si muove lungo tutta la costa sud del paese in una disperata lotta contro il tempo per trovare altri sopravvissuti e per recuperare e identificare i cadaveri che giacciono lungo le spiagge, già in fase di decomposizione. Essi contribuiscono a rendere l'aria irrespirabile, mentre cresce in maniera esponenziale il pericolo di epidemie per le precarie condizioni igieniche.
I soccorritori hanno concentrato i loro sforzi lungo un lembo di spiaggia di 30 km nella provincia di Phang Nga, a nord dell'isola di Phuket: più della metà dei morti in Tahilandia si trovavano in quella zona quando è arrivato lo tsunami e si ipotizzano altre 3 mila vittime fra gli hotel a 5 stelle e i poveri villaggi dei pescatori.
Jurit Laksanawisit, membro del parlamento di Phang Nga, denuncia che "i soccorritori pensano solo a salvare i turisti e non si preoccupano dei pescatori e dei locali" e descrivendo le operazioni di soccorso "lente e caotiche", sottolinea che si poteva fare di più "per salvare altre vite".
Il premier thailandese ammette problemi di coordinamento nei soccorsi, perché sono molte le zone colpite dal cataclisma, ma sottolinea "l'impegno e la buona volontà dei soccorritori" che si affannano in zone devastate in cui manca ogni confort minimo. Nelle operazioni di soccorso vengono utilizzati anche i detenuti: essi hanno l'incarico di rimuovere i resti e di costruire alloggi provvisori per gli stranieri.
Durante le operazioni di soccorso a Khao Lak, centinaia di persone hanno abbandonato la spiaggia in preda al panico dopo aver sentito il suono della sirena che lanciava il pericolo di una nuova onda anomala; l'allarme si è poi rivelato infondato, sebbene sia stato lanciato anche in India.
I sismografi di Hong Kong hanno registrato un sisma di 5,7 ° di magnitudo, con epicentro a nord-ovest del Sumatra, in Indonesia.
Un terzo delle vittime sono bambini, i più colpiti dalla tragedia. Qualcuno di loro, però, ha avuto più fortuna: una donna londinese racconta che un gruppo di bambini è sfuggito all'onda assassina saltando sul dorso di un elefante.
05/01/2005