La pace in un Medio oriente che vive momenti difficili nelle omelie di Sfeir e Ignazio IV
Il patriarca maronita sottolinea la necessità di allontanarsi dall'odio e dal linguaggio della morte, quello greco-ortodosso di Antiochia critica coloro che "predicano la collaborazione e non compiono altro che massacri e assassini".
Beirut (AsiaNews) - La pace in un Medio-Oriente che sta vivendo un periodo molto critico in molti Paesi, dalla Terra Santa all'Iraq, dalla Siria al Libano ed il legame che esiste tra i problemi attuali e gli interessi internazionali, che "valutano di più l'oggetto che il soggetto" sono stati al centro delle omelie dei leader religiosi in Libano e in Siria.
A Bkerke, in Libano, il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha illustrato il significato del messaggio del Papa per la giornata mondiale della pace, insistendo sulla necessità di vivere i valori della pace e di allontanarsi dall'odio e dal linguaggio della morte, ribadendo la posizione perenne della Chiesa che predica la pace e la tolleranza, senza dimenticare l'obbligo di difendere l'uomo inerme ed indifeso.
Da parte sua, il patriarca greco-ortodosso d'Antiochia e di tutto l'Oriente, Ignazio IV Hazim, durante l'omelia pronunciata nella cattedrale "Al Mariamieh" a Damasco ha criticato quelli che "predicano la collaborazione e non compiono altro che massacri e assassini".
Il primo giorno del 2006 ha vestito un abito diverso dagli altri anni, perché non si nota in nessun paese del Medio-Oriente quell'allegria che caratterizzava le feste nella regione. Pesa lo sviluppo negativo della situazione in molti Paesi e la crisi economica che colpisce la regione da molti mesi.
Il cardinale Sfeir, in proposito, ha criticato molte "autorità di questo mondo che minacciano il futuro dell'umanità con il loro appoggio a ribelli" ed ha osservato con tristezza "il progredire del commercio degli armi, che registra uno sviluppo pericoloso".
Il patriarca ha criticato quei governi che favoriscono la diffusioni dei movimenti fondamentalisti in molti luoghi della regione, definendo tali movimenti come "movimenti che diffamano il volto di Dio". Il Patriarca ha rivolto un appello forte a tutti a favorire il dialogo e l'intesa fra tutti i popoli indicando qualche principio per la realizzazione di questo dialogo: la sincerità, la fede in Dio, la tolleranza e l'accoglienza dell'altro, il perdono, la trasparenza, la fedeltà ed il mantenimento della parola, il rifiuto del male e la ricerca del bene.
Ignazio IV Hazim, ha ribadito la sua piena adesione ai principi predicati da molti uomini di buona volontà - che favoriscono la pace e la concordia - ed ha richiamato l'attenzione dei responsabili siriani e libanesi sulla necessità della collaborazione sincera e sull'urgenza di cominciare un nuovo cammino basato sui valori umani e religiosi, predicati dal Cristianesimo e dall'Islam.
Il patriarca di Antiochia ha ammonito contro il pericolo che minaccia la regione, chiedendo a tutti di dimenticare il passato e di rivolgersi verso il futuro, criticando quelle persone che seminano la zizzania al posto del bene che deve essere ricercato da tutti.