La nuova geografia dell'Asia dei cardinali
Per la prima volta supererà l'Africa per numero di elettori e con porporati dall'età media relativamente giovane. Diventeranno 15 i Paesi asiatici rappresentati contro i 7 del conclave che scelse papa Francesco. Accanto alle "prime volte" ci sono anche nazioni che escono tra le sedi cardinalizie come il Vietnam.
Milano (AsiaNews) – Il Concistoro per la creazione di nuovi cardinali annunciato domenica 29 maggio ha confermato la grande attenzione di papa Francesco per l’Asia, continente da cui provengono ben 6 tra i 16 nuovi cardinali elettori. A partire dal 27 agosto saliranno dunque a quota 21 i porporati che sono nati o svolgono il loro ministero in Asia tra i 132 che potrebbero essere chiamati a partecipare a un conclave per l’elezione di un pontefice.
È un numero che colpisce se raffrontato con i 10 asiatici che presero parte al conclave del 2013, quello che scelse papa Francesco. E ancora più significativo è il numero delle nazioni asiatiche rappresentate: allora erano solo 7, oggi sono diventate 15. Come mostra il grafico qui sopra, considerando insieme gli 8 concistori per la creazione di nuovi cardinali indetti nel suo pontificato da papa Francesco, quella dell’Asia è la progressione più significativa. Come pure vale la pena di sottolineare il “sorpasso” dell'Asia (21 elettori) sull’Africa (17 elettori) nel collegio cardinalizio: un dato che a prima vista potrebbe apparire sorprendente, se si considerano le percentuali e le altre statistiche sul numero dei cattolici in ogni continente. Ma che – probabilmente – si comprende meglio se si considera quel primato dell’evangelizzazione che Francesco ha voluto al centro anche della riforma della Curia romana. Il continente dove il primo annuncio del Vangelo è maggiormente esperienza quotidiana oggi è anche quello che in proporzione ai suoi fedeli ha il numero maggiore di cardinali.
Qualche considerazione la merita poi anche la “distribuzione interna” all’Asia dei cardinali. Dopo il concistoro del 27 agosto il Paese dell’Asia più rappresentato resterà l’India che salirà a 5 cardinali (3 di rito latino, 1 siro-malabarese e 1 siro-malankarese), le Filippine saranno raggiunte dalla Corea del Sud a quota 2, mentre potranno contare 1 proprio porporato tra gli elettori altre 12 nazioni: Bangladesh, Giappone, Indonesia, Iraq, Laos, Myanmar, Mongolia, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Thailandia e Timor Est.
Concentrando lo sguardo sul Medio Oriente, poi, è bene aggiungere che – pur essendo attualmente il patriarca caldeo Louis Sako l’unico ordinario della regione annoverato tra i cardinali elettori – anche la porpora del nunzio apostolico a Damasco Mario Zenari (conteggiato tra gli italiani) è strettamente legata al suo ministero pastorale in Siria. In un futuro conclave non sarebbe però rappresentato il Libano, dove il patriarca maronita Bechara Rai ha ormai 82 anni.
Anche in Asia – del resto - non c’è solo chi entra nel collegio cardinalizio: vi sono anche sedi e Paesi che escono. Nella geografia dei cardinali elettori, per esempio, ormai già da qualche anno non c’è più il Vietnam, dove sia l’arcivescovo emerito di Ho Chi Minh, Jean-Baptiste Pham Minh Mân (creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003) sia l’arcivescovo di Hanoi Pierre Nguyên Văn Nhon (creato da Francesco nel 2015) hanno entrambi abbondantemente superato gli ottant’anni di età. Come pure dal novero degli elettori resta fuori anche Hong Kong: tra i nuovi porporati non figura infatti il nuovo vescovo Stephen Chow, nominato lo scorso anno dopo una lunga attesa. Come espressione del mondo cinese papa Francesco ha preferito guardare questa volta a Singapore, chiamando a fare parte del collegio l’arcivescovo William Goh.
Tra le grandi metropoli dell’Asia resta poi fuori Tokyo dove pure l’arcivescovo Tarcisio Isao Kikuchi è una figura molto stimata in tutto il continente. Ma il Giappone aveva già un altro cardinale elettore, l’arcivescovo di Osaka Thomas Aquinas Manyo Maeda, creato da Francesco nel 2018. Per Seoul, invece, la mancata porpora al neo-arcivescovo Peter Chung è legata al fatto che il suo predecessore, il cardinale Andrew Yeom, non ha ancora compiuto 80 anni.
Un’ultima annotazione infine riguarda l’età dei cardinali elettori asiatici: molti di loro sono relativamente giovani. È stato già raccontato in questi giorni che il vicario apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia, mons. Giorgio Marengo, classe 1974, entrerà nel collegio cardinalizio a soli 48 anni. Ma accanto a lui un altro porporato giovanissimo è - per esempio - l’arcivescovo di Dili (Timor Est) mons. Virgilio do Carmo da Silva che è nato nel 1967. Complessivamente dopo il concistoro del 27 agosto l’Asia conterà ben 10 cardinali elettori nati dopo il 1950 e dunque con la prospettiva di parecchi anni davanti a sé come potenziali elettori di un nuovo pontefice. Al contrario saranno solo 2 i cardinali asiatici che termineranno il loro mandato di elettori nel 2023 raggiungendo la soglia degli 80 anni: il cardinale del Bangladesh Patrick D’Rozario (il 1 ottobre) e il sudcoreano Andrew Yeom (il 5 dicembre).