La nave di Gheddafi con aiuti per Gaza costretta da Israele ad attraccare in Egitto
Tel Aviv (AsiaNews/Agenzie) – La nave libica Al-Alam, noleggiata da Muammar Gheddafi e guidata da uno dei suoi figli, è attraccata ieri sera in Egitto scortata da quattro navi militari israeliane. L’obiettivo della spedizione era portare 2mila tonnellate di aiuti umanitari a Gaza ma la nave non è riuscita a forzare il blocco israeliano ed è stata dirottata da Tel Aviv sul porto egiziano di El-Ashid.
Nella giornata di ieri, a 100 km dalle coste di Gaza, la Al-Alam è stata intercettata e accerchiata da otto navi della marina israeliana, che hanno intimato al capitano via radio di dirigersi in Egitto e hanno interrotto le comunicazioni della nave con l’esterno.
La notizia di un guasto al motore della nave trapelata ieri, che ha bloccato la Al-Alam per diverse ore in acque internazionali, è stata smentita. Alex Angelopoulos, proprietario greco della nave, ha dichiarato che il guasto era uno “stratagemma” del capitano della nave per prendere tempo e permettere agli organizzatori libici della spedizione di ottenere sostegno internazionale, per costringere Israele a fare attraccare la Al-Alam a Gaza.
Ahmed Abul Gheit, ministro degli esteri egiziano, ha detto che “le autorità affideranno gli aiuti umanitari alla Mezzaluna rossa egiziana, che li porterà con i camion” a Gaza. Il porto di El-Ashid si trova a 45 km a sud di Gaza e il trasporto del cibo e delle medicine avverrà oggi.
Youssef Sawani, direttore esecutivo della Gaddafi International Charity and Development Foundation, che ha organizzato la spedizione, ha dichiarato: “Non potevamo rischiare uno spargimento di sangue. Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, il risultato è che i palestinesi hanno ottenuto dei vantaggi”.
Il 31 maggio scorso la marina israeliana ha effettuato un raid contro la Mavi Marmara, una nave che cercava di forzare il blocco. Negli scontri tra esercito e attivisti filo-palestinesi sono morte 9 persone, in maggioranza di origine turca. Il blocco navale israeliano dura dal 2007 e solo di recente Tel Aviv ha allentato le restrizioni dell’embargo.