La figura del vescovo e le indicazioni per le elezioni
Tagaytay (AsiaNews) Si è conclusa oggi l'88ma Assemblea plenaria, degli 80 vescovi filippini. L'assemblea, durata 3 giorni, si è tenuta a Tagaytay, ed è stata incentrata sull'ultima Esortazione Apostolica del Papa, "Pastores Gregis", di cui il vescovo Luis Antonio, della diocesi di Imus, ha offerto una sintesi.
Mons. Fernando Capalla, arcivescovo di Davao e presidente della Conferenza Episcopale Filippina, ha parlato della fratellanza tra i vescovi; il cardinal Ricardo Vidal, di Cebu, ha parlato della vita spirituale dei vescovi; mons. Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato ed ex presidente della Conferenza Episcopale, ha parlato dei tre doveri missionari del pastore: insegnare, santificare e guidare.
Durante l'assemblea varie Commissioni Episcopali hanno dato relazione su particolari progetti di evangelizzazione. Tra questi, le questioni riguardanti la vita familiare (compresa una legge pro-aborto in discussione al Senato e la pena capitale); alcune linee guida sulla cattiva condotta sessuale di alcuni leader della Chiesa; il problema delle imminenti elezioni nazionali e presidenziali (maggio 2004).
I vescovi hanno dedicato molta attenzione alle prossime votazioni. In una nota pastorale pubblicata oggi, essi affermano che il paese si trova di nuovo di fronte ad un bivio: "Prima dell'inizio della campagna elettorale, le elezioni del 2004 sono state avvelenate da un clima di confusione, cinismo e mancanza di credibilità. Più che mai il processo elettorale è dominato da clientelismo, corruzione, personalismi, non da principi, piattaforme politiche, partecipazione genuina e popolare". Nonostante ciò i vescovi, ripetono le parole di Gesù: "Non abbiate timore", e chiedono a tutti di affrontare queste sfide:
1. Sostenere il processo costituzionale ed il diritto, rimanendo vigili durante il periodo elettorale.
2. Lavorare insieme; i vescovi elogiano gli sforzi di numerosi movimenti di cittadini per garantire elezioni politiche pulite ed ordinate. I movimenti hanno organizzato un esame accurato dei candidati e degli scrutinatori. In particolare i presuli hanno invitato i laici ad esercitare una responsabilità sociale educandosi a fare politica e a non essere partigiani.
3. Credere nella capacità della persona di trasformare la società. "Incoraggiamo gli insegnanti, i giovani, le forze militari e di polizia e chiunque è coinvolto nelle elezioni ad esercitare il proprio ruolo in modo retto. In una Chiesa dei Poveri, il povero deve guidare la trasformazione della società e comprendere che tale trasformazione richiede capi al servizio della gente e non dispensatori di favori.
I vescovi hanno invitato tutti i fedeli a preghiera durante questo critico periodo elettorale "affinché la grazia di Dio possa illuminare la strada al nostro paese". (SE)