25/02/2011, 00.00
COREA DEL NORD
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La fame a livelli allarmanti: il popolo mangia grasso crudo e terra

di Joseph Yun Li-sun
Cinque Organizzazioni non governative, appena rientrate da Pyongyang, lanciano l’allarme: “La gente è disperata, si rischiano migliaia di morti”. Una fonte spiega ad AsiaNews: “Il rischio è quello di una sollevazione popolare, che finirà con un esodo di massa al Sud”.
 Seoul (AsiaNews) – La juche, l’ideologia dell’auto-sufficienza lanciata negli anni ’50 dal dittatore Kim Il-sung, sta per distruggere del tutto la Corea del Nord: la popolazione è talmente affamata che mangia grasso crudo, quando riesce a trovarlo, oppure muore di fame. Ora il rischio è quello di una sollevazione popolare che si potrebbe concludere con un esodo di massa verso il Sud.

L’allarme è stato lanciato da cinque Organizzazioni non governative americane appena rientrate da Pyongyang. Invitati dal governo, i dirigenti delle Ong - Christian Friends of Korea, Global Resource Services, Mercy Corps, Samaritan’s Purse e World Vision - hanno redatto un rapporto terribile: fra il 50 e l’80 % delle coltivazioni interne sono state distrutte dal gelo che ha colpito il Paese negli scorsi mesi, e gli ospedali sono pieni di casi di malnutrizione.

La questione è complessa: l’invio di aiuti umanitari alla Corea del Nord da parte dei due maggiori donatori (Stati Uniti e Corea del Sud) è stato interrotto dopo le provocazioni militari ordinate da Pyongyang negli ultimi due mesi. L’affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan, in cui sono morti 46 marinai, e il bombardamento di un’isoletta sotto il controllo di Seoul hanno fatto infuriare il governo conservatore sudcoreano. Il presidente Lee Myung-bak ha dichiarato che “non ci saranno più aiuti fino alle scuse ufficiali del regime”

Da parte loro, gli Stati Uniti hanno deciso di fermare il flusso perché temono che gli aiuti possano arrivare non alla popolazione, ma all’esercito e alla dirigenza politica del Paese. Il “Caro Leader” Kim Jong-il ha sempre proibito ogni ispezione internazionale, e pretende che gli aiuti vengano scaricati sul confine nelle mani dei militari. Tutto questo si combina poi con una pianificazione economica disastrosa e con una riforma valutaria che ha spezzato gli ultimi barlumi di auto-sufficienza del Paese.

Una fonte coreana spiega ad AsiaNews: “Tutto questo è vero. La gente non ha più di che mangiare, e ho visto di persona dei bambini mangiare la terra. Il rischio è che, senza un aiuto del mondo, la popolazione si possa sollevare in massa andando incontro a un massacro per mano dell’esercito. Oppure potrebbero cercare di sfondare il confine con il Sud per poi scappare; ma Seoul non è in grado di reggere un flusso simile, e potrebbe decidere di rimandarli indietro”.  

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