La crisi economica attacca Seoul: “Troppo dipendente dall’estero”
di Joseph Yun Li-sun
La Banca nazionale coreana rilascia i dati sul commercio: peggiori di quelli della crisi dei mercati asiatici del 2008. Colpa della dipendenza dai mercati stranieri e di un’economia basata sull’import-export: “Rischia di pagare colpe non sue”.
Seoul (AsiaNews) - La dipendenza della Corea del Sud dal mercato straniero ha raggiunto in agosto i livelli della grave crisi asiatica del 2008. Secondo la Banca nazionale coreana, “questa dipendenza è peggiore di quella di altre nazioni”, e questo rende Seoul “più vulnerabile di molti altri” ai prossimi, prevedibili scossoni economici internazionali.
Esportazioni ed importazioni, nel primo trimestre dell’anno, hanno raggiunto il 110 % del Prodotto interno lordo, il livello più alto mai toccato dall’ultimo quarto del 2008; nel frattempo, il Pil collegato al commercio è arrivato al 114,6 %. Questo significa che la produzione interna, e quindi la ricchezza nazionale, è interamente affidata alla benevolenza dei mercati stranieri.
La Corea del Sud è la quarta economia più importante dell’Asia. I livelli sono strabilianti, se si considera che il Paese ha subito negli ultimi 60 anni una disastrosa guerra civile, una pesante dittatura militare e il “commissariamento” degli Stati Uniti. Eppure è riuscita a superare questi ostacoli con slancio. Ora, però, la flessione mette paura.
Secondo Kwon Young-sun, economista della Nomura Securities, “la Corea è più vulnerabile di altri perché è del tutto collegata al credito dei mercati e ai prezzi dei beni internazionali. La sua economia si basa sull’import-export ed è molto impegnata nell’acquisto di debito estero. Si tratta di un’economia molto aperta, e questo è un bene: ma la crisi rischia di distruggerla per colpe non sue”.
Esportazioni ed importazioni, nel primo trimestre dell’anno, hanno raggiunto il 110 % del Prodotto interno lordo, il livello più alto mai toccato dall’ultimo quarto del 2008; nel frattempo, il Pil collegato al commercio è arrivato al 114,6 %. Questo significa che la produzione interna, e quindi la ricchezza nazionale, è interamente affidata alla benevolenza dei mercati stranieri.
La Corea del Sud è la quarta economia più importante dell’Asia. I livelli sono strabilianti, se si considera che il Paese ha subito negli ultimi 60 anni una disastrosa guerra civile, una pesante dittatura militare e il “commissariamento” degli Stati Uniti. Eppure è riuscita a superare questi ostacoli con slancio. Ora, però, la flessione mette paura.
Secondo Kwon Young-sun, economista della Nomura Securities, “la Corea è più vulnerabile di altri perché è del tutto collegata al credito dei mercati e ai prezzi dei beni internazionali. La sua economia si basa sull’import-export ed è molto impegnata nell’acquisto di debito estero. Si tratta di un’economia molto aperta, e questo è un bene: ma la crisi rischia di distruggerla per colpe non sue”.
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