La crisi del dollaro preoccupa Riyadh, che ridiscute il cambio col riyal
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Il ministro saudita delle Finanze Ibrahim Al Assaf e il governatore della Agenzia monetaria dell’Arabia Saudita (la Banca centrale) Hamad Saud Al Sayyari discuteranno il 10 febbraio con il Consiglio della Shura se rivedere il tasso di cambio tra il locale riyal e il dollaro. La perdita di valore della moneta Usa è ritenuta la principale causa della grave inflazione del Paese, che è stata del 6,5% a dicembre, record da 16 anni. Nel 2007 il dollaro ha ceduto oltre il 10% verso l’euro e circa il 7% sullo yuan, causando l’aumento dei costi delle merci importate da questi Paesi.
La moneta saudita ha un cambio fisso con il dollaro, stabilito nel 1986 a 3,75 riyal per dollaro, per cui risente in via diretta della perdita di valore della valuta Usa. Le critiche sono aumentate dopo le recenti iniziative della Federal Reserve Usa, con il taglio dei tassi di interesse sui prestiti nel tentativo di stimolare una ripresa economica interna, perché la Banca centrale saudita ha dovuto seguire una analoga politica, con ulteriori effetti inflattivi. Tutti prevedono che questa settimana gli Stati Uniti diminuiscano ancora i tassi di interesse. Il problema è grave anche perché le riserve monetarie della Banca centrale sono in gran parte dollari (pari a 285 miliardi di dollari al 30 novembre), come pure lo Stato ha investito in titoli Usa buona parte del proprio surplus commerciale.
Al Zulfa, membro del Consiglio, dice che la Shura ha chiesto di discutere “riguardo al cambio con il dollaro, le sue conseguenze e cosa il governo intende fare”.
Nella monarchia saudita il Consiglio della Shura ha 120 membri, scelti da re Abdullah. Può proporre leggi e fare raccomandazioni che non sono vincolanti per il governo. L’aumento dei prezzi al consumo colpisce con forza i 25 milioni di sauditi e il re a dicembre ha disposto vari aiuti, come sussidi sul riso importato e il latte per bambini.
10/04/2008
22/07/2011