La corsa all'oro di Mosca
In Russia si aprono in continuazione nuove miniere, senza troppe preoccupazioni sull'impatto ambientale. Già nel 2021 la Russia produceva 346 tonnellate d’oro, esportando l’87% del prezioso metallo. E oggi il vice-ministro delle finanze Aleksej Moiseev dichiara che “i lingotti d’oro devono sostituire la valuta straniera”, ormai inaccessibile.
Mosca (AsiaNews) - Mentre in tutto il mondo si discute sui danni prodotti dall’estrazione aurifera, in Russia si cercano e si aprono in continuazione nuove miniere. Il danno ecologico dello sfruttamento dei giacimenti auriferi è di livello difficile da calcolare e per il peggioramento delle condizioni ambientali le persone sono costrette ad abbandonare le zone minerarie, dove si accalcano le squadre di minatori e i gruppi di cercatori. I costi vengono caricati sul bilancio federale, e i soldi finiscono tutti nei progetti statali, a partire da quelli bellici, senza apportare alcun vantaggio alle popolazioni locali.
A febbraio del 2023 è stato pubblicato uno studio dell’università di Oxford, a firma di Steven Lezak, docente della Scuola di imprenditoria e tutela ambientale, dove si dimostra la necessità di ridurre l’estrazione dell’oro. E questo non soltanto per il danno ecologico, ma anche per ragioni economiche: il prezioso metallo può essere ottenuto attraverso operazioni di laboratorio, almeno per le necessità della medicina e dell’industria.
Secondo lo studioso, “i costi ecologici dell’industria estrattiva oggi sono evidenti più che mai, e quella dell’oro si distingue per l’intensità dell’azione nociva”. A differenza dei combustibili, che almeno riscaldano le case e producono energia elettrica, la produzione di oro provoca soltanto effetti estremamente nocivi per la vita quotidiana delle persone. Le miniere d’oro espellono “più quantità di gas serra di tutti i voli di linea tra i Paesi europei”, assicura Lezak.
Per l’estrazione sono necessari reagenti chimici come il cianuro, che inquina il terreno circostante, le acque sotterranee e anche i bacini idrici all’aperto. La concentrazione di cianuro di un microgrammo per litro può essere mortale per i pesci. In molti Paesi per l’estrazione dell’oro si usa il mercurio, necessario per il processo di amalgama, e in generale l’industria dell’oro produce quasi il 40% dei rifiuti mondiali del mercurio, ragione per cui migliaia di minatori soffrono per intossicazione cronica.
Con tutto ciò, soltanto il 7% dell’oro estratto in tutto il mondo viene usato per le necessità dell’industria, dello sviluppo tecnologico e della medicina, mentre il resto è destinato alle casseforti delle banche e ai magazzini di gioielleria. Uno dei principali proprietari mondiali dell’oro rimane il governo degli Stati Uniti, con riserve pari al valore di 11 miliardi di dollari. Dal 2010 la Banca mondiale ha investito oltre 800 milioni di dollari nelle miniere d’oro di Africa, Asia, America Latina e sulle isole del Pacifico.
Se si smettesse di estrarre l’oro, assicura Lezak, non si limiterebbe il suo commercio, anzi si rivaluterebbero le riserve, sufficienti a garantire ogni tipo di operazione a livello internazionale. Attualmente quasi un quarto della richiesta annuale dell’oro in tutto il mondo è garantito dalla lavorazione secondaria, dove non si utilizza il mercurio, e non si appesantisce il carico negativo a livello ecologico.
Nel 2021 la Russia ha prodotto 346 tonnellate d’oro, esportando l’87% del prezioso metallo, che oggi più che mai la protegge dalle ristrettezze delle sanzioni internazionali. Il guadagno annuale supera i 18 miliardi di dollari, quasi l’8% di tutti i proventi delle esportazioni. Con queste cifre la Russia si colloca al quinto posto della riserva aurifera mondiale, e al terzo posto dei Paesi estrattori, sfruttando le infinite risorse del suo territorio asiatico, difficile da scavare e ben poco rispettato nella sua integrità ambientale.
A fine 2022, il vice-ministro delle finanze Aleksej Moiseev ha dichiarato che “i lingotti d’oro devono sostituire la valuta straniera”, ormai inaccessibile alle finanze russe. A suo dire, la domanda di oro sul mercato internazionale è aumentata nell’ultimo anno di almeno sette volte. La guerra dell’oro minaccia il pianeta anche più dei droni e delle bombe.
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