La corruzione cancro dei Paesi del sud est asiatico
Manila (AsiaNews) – In Indonesia, il Paese più corrotto dell’Asia “l’accusa di corruzione è ormai utilizzata dagli stessi corrotti per proteggere se stessi e soffocare le riforme”, mentre in Cambogia, Vietnam e Filippine è diffusa in tutti i settori della società. È quanto emerge dall’annuale lista del Political and Economic Risk Consultancy (Perc), organizzazione di economisti e uomini d’affari per la sicurezza degli investimenti con sede ad Hong Kong. Il rapporto si basa su una scala di valori tra 1 e 10 e tiene conto del livello di corruzione di politici e funzionari pubblici. Per reperire le informazioni il Perc utilizza oltre 2000 tra impiegati e uomini d’affari operativi nelle aziende di 16 Paesi asiatici. Nel 2009 gli Stati più sicuri sono: Singapore, Australia e Hong Kong.
“La lotta alla corruzione è in pericolo - si legge nel documento, pubblicato ieri – e rischia di diventare essa stessa preda dei corrotti.” Per esemplificare il problema il Perc cita il recente caso dell’Indonesiana Bank Century, salvata dalla crisi utilizzando soldi pubblici per 716 milioni di dollari. Per quest’azione il presidente Susilo Bambang Yudhoyono, è sotto inchiesta insieme ai membri del suo esecutivo. Yodhoyomo è al potere dal 2004 e nel 2009 la popolazione lo ha rieletto proprio per la sua battaglia contro la corruzione e per le riforme economiche, viste con consenso anche dalla comunità internazionale. Secondo il Perc l’accusa formulata dai membri dell’opposizione è un chiaro esempio di come il vecchio estabilshment sfrutti l’accusa di corruzione per mantenere il proprio potere.
La corruzione è uno dei più gravi problemi dell’Asia e in Paesi come l’Indonesia, il Vietnam e le Filippine è diffusa non solo nel settore pubblico e delle grandi aziende, ma anche a livello locale e costa agli Stati miliardi di euro. Secondo dati della Banca mondiale nel 2008 lo Stato filippino ha perso oltre 3 miliardi di euro tra tangenti e spreco di denaro pubblico.
“Nelle Filippine la corruzione si è rapidamente diffusa per l’egoismo di chi opera nelle principali aziende del settore pubblico e privato, da cui dipendono la produzione e la maggior parte della forza lavoro del Paese”, afferma Crispulo Acuna, docente presso l’Università cattolica di Santo Tomas a Manila . “Se il raggiungimento del bene comune fosse la priorità – continua - Paesi come l’Indonesia e le Filippine potrebbero essere tra i meno corrotti dell’Asia”. Di recente anche aree considerate sicure come Hong Kong sono colpite da questo fenomeno. Con il passaggio alla Cina, al 7° posto nella lista del Perc, l’ex protettorato britannico è divenuto una piazza privilegiata per le aziende edili e gli immobiliaristi cinesi, noti per sfruttare bolle speculative e metodi poco trasparenti di lavoro e affari.