La città santa di Najaf consegnata alla sicurezza irachena
Nell'area riconsegnata alle truppe nazionali vi sono tutti i più venerati santuari sciiti dell'Iraq.
Najaf (AsiaNews/Agenzie) Ieri le truppe americane hanno consegnato ufficialmente la città santa di Najaf nella parte sud dell'Iraq alle forze militari irachene. E' il primo di una serie di trasferimenti di sicurezza pianificati, che apre la strada ad un'eventuale ritiro di tutte le forze straniere dal Paese.
Il tenente colonnello americano James Oliver dice che "l'esercito iracheno è capace di rispondere ad ogni esigenza di sicurezza". "Al momento conclude siamo qui in modalità strettamente consultiva". Durante il trasferimento le truppe irachene hanno cantato cori a sostegno dei leader religiosi sciiti locali fra cui "lunga vita a Sistani", in riferimento all'ayatollah Ali Sistani, il religioso che vive proprio a Najaf, mentre altri cori dicevano "Saddam è un codardo".
Il generale di brigata Augustus Collins, che ha effettuato il passaggio ufficiale di forze, dice: "Mi fa molto piacere dire che l'esercito iracheno può controllare l'area di Najaf". All'interno di quest'area si trovano tutti i santuari più venerati dagli sciiti del Paese. Le truppe irachene si sono installate nel Forward Operating Base Hotel (Fob) - una caserma di grande importanza strategica nella parte sud della città - mentre le truppe americane si sono ritirate in una base al di fuori della zona. "Sebbene stiamo trasferendo tutta l'autorità al Fob continua il generale Collins saremo sempre qui per aiutare la popolazione di Najaf".
Najaf è una delle città sante degli sciiti ed è stata teatro di scontri violenti nel 2004 fra le truppe americane ed il gruppo armato fedele allo sciita Moqtada Sadr. Washington rifiuta di fornire un piano definitivo di ritiro dall'Iraq ed aggiunge che questo dipende dall'abilità del Paese a mantenere la sicurezza interna.
Intanto continuano gli scontri: alcuni rappresentanti ufficiali dicono che al momento la città di Qaim parte nord-occidentale del Paese è stata presa da ribelli locali che si ispirano ad al-Qaeda e le truppe americane (stanziate al confine) non riescono a riprendere il controllo della situazione data la penuria di uomini, impegnati a Talafar nord Iraq - altra roccaforte della ribellione.
A Khaldiya, nei pressi di Falluja, un'autobomba e scontri armati hanno provocato ieri la morte di 4 soldati iracheni e 3 civili. Sempre ieri un ufficiale dell'esercito nazionale è stato ucciso in una sparatoria a Dhuluiya, a nord di Baghdad e una portaerei della Marina statunitense ha bombardato 2 ponti sull'Eufrate nei pressi del confine con la Siria per cercare di impedire l'affluenza di uomini ed equipaggiamenti ribelli. Nella notte sono state inoltre sabotate delle pompe d'acqua ad alta pressione nella parte nord-orientale della capitale, causando carenza d'acqua in buona parte della città.