La censura “scientifica” su internet del governo uzbeko
Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – E’ “scientifico” il controllo su internet praticato dal governo uzbeko, che censura i siti non graditi ma arriva anche a controllare chiunque vi acceda dal proprio computer o anche da un internet café.
Il viceprimo ministro Abdullah Aripov è anche direttore generale della Agenzia uzbeka per le comunicazioni e l’informazione (Uzasci), preposta al controllo delle ditte pubbliche di telefonia.
Rafal Rohonzonski, investigatore per OpenNet Iniziative, spiega all’agenzia EurasiaNet che “tutte le linee internet passano attraverso la ditta Uzpak”, impresa statale poco conosciuta. Anche se i fornitori operano con propri satelliti – dice – debbono comunque passare per gli impianti della statale Telecom Uzbeka e, tramite varie connessioni, “attraverso i canali della Uzpak”. “Ogni canale che passa attraverso la Uzpak può essere duplicato… e copiato dalle forze di sicurezza”.
Lo stretto controllo su internet è iniziato nel 2005, dopo il massacro di Andijan dove l’esercito è accusato di aver sparato su pacifici manifestanti uccidendone centinaia (nella foto). Tashkent ha sempre rifiutato qualsiasi indagine internazionale e ha impedito notizie via internet. Da allora molti siti sono stati bloccati ed è iniziato un controllo sistematico e attento.
Le autorità arrivano a individuare chi si connette con siti “proibiti” e Rohozonski racconta cosa è successo a un suo conoscente che “in un internet café di Tashkent ha cercato di connettersi a un sito bloccato. Ha potuto aprire la pagina iniziale, ma non ha poi potuto accedere ad altre notizie e dopo circa 5 minuti ha rinunciato. Ma il gestore del café gli ha fatto perdere tempo. In pochi minuti è arrivato un funzionario in borghese della sicurezza e lo ha interrogato sul perché si fosse connesso a quel sito. Per fortuna, questa persona ha un passaporto diplomatico, che gli ha permesso di andar via. Ma – conclude – è evidente che il gestore del café sia collegato alla sicurezza”.
Ora molti siti locali indipendenti hanno chiuso o trasmettono dall’estero, specie quelli di informazione locale alternativa a quella “ufficiale”; sono censurati molti grandi siti di informazione come la Bbc e persino i siti di scambio di notizie.
Per protesta, sulla prima pagina di alcuni siti web uzbeki che ora debbono trasmettere all’estero è stato disegnato un timbro come su un passaporto con la scritta: “Questo sito è bloccato in Uzbekistan”. E’ una campagna per ricordare a tutti la situazione nel Paese.
15/03/2017 12:51
26/09/2017 11:21