La carica dei mendicanti sauditi: accorrono alla Mecca per l’Haj
Riyadh (AsiaNews) - In un periodo compreso fra il 14 e il 18 novembre comincia l’Haj, il grande pellegrinaggio ai luoghi santi dell’islam; e già da tutta l’Arabia saudita stanno accorrendo verso la Mecca i mendicanti “professionali” per accaparrarsi i posti migliori intorno alla Grande moschea. Aisha, una mendicante somala che è nel regno saudita ha spiegato a un giornalista arabo come non si tratti di mendicanti che semplicemente girano per la città santa nella speranza di trovare viaggiatori misericordiosi; chiedere l’elemosina si è trasformato in un vero business. “Molti dei mendicanti locali sono partiti prestissimo per sistemarsi nei posti chiave appena fuori della Grande moschea”, ha detto Aisha, dando anche indicazioni precise. “I posti più redditizi, e di maggior valore, per chiedere l’elemosina includono il cortile della Grande moschea, le strade che la circondano e i mercati e gli alberghi vicini”.
I mendicanti sauditi nell’epoca dell’Haj raramente lavorano da soli. In genere si formano bande che lavorano insieme per una notte. Alla fine del “turno” una banda mette insieme il ricavato, si divide e avuto il suo ciascuno se ne va per la sua strada. Altri invece decidono di lavorare insieme per tutto il mese dell’Haj, e poi tornano a Jeddah, che è la città che ospita il maggior numero di mendicanti professionali, a causa del commercio e del turismo.
Le autorità non sono contente. Il numero dei mendicanti professionali è cresciuto di molto, negli ultimi anni, ed è fonte di imbarazzo per il regno saudita, e raggiunge il picco durante l’Haj e il Ramadan. Nel tentativo di limitare il fenomeno, il Gran Muftì ha predicato contro il chiedere l’elemosina, consigliando i pellegrini e i visitatori a non dare soldi ai mendicanti incontrati per strada. Inoltre è diventato operativo un reparto anti-mendicanti della polizia stradale per contrastare la crescita.