La campagna per le presidenziali in Sri Lanka macchiata da morti e violenze
di Melani Manel Perera
Rapporto di Campaign for Free and Fair elections (CaFFE). Il capo della Commissione elettorale annuncia le dimissioni all’indomani del voto. Egli accusa i media di aver ceduto a pressioni politiche. La contesa fra Rajapaksa e Fonseka si gioca sul carisma personale dei due rivali.
Colombo (AsiaNews) – La campagna elettorale per le presidenziali del 26 gennaio in Sri Lanka è caratterizzata da un elevato numero di incidenti, molti dei quali provocati da sostenitori dell’attuale capo di Stato Mahinda Rajapaksa. È quanto emerge in un rapporto pubblicato oggi da Campaign for Free and Fair elections (CaFFE). In risposta alle violenze Dayananda Dissanayake, capo della Commissione elettorale, ha già anticipato la volontà di dimettersi all’indomani del voto.
Nel documento diffuso dagli attivisti di CaFFE è contenuto un elenco dettagliato di scontri, attacchi mirati contro rivali politici, omicidi. La prima morte è avvenuta il 12 gennaio a Hungama, nel distretto di Hambantota, luogo d’origine di Rajapaksa. Un uomo armato ha aperto il fuoco contro un pullman di sostenitori del generale Fonseka, leader dell’opposizione e principale sfidante del presidente uscente. Un morto e dieci feriti il bilancio dell’attacco, dietro il quale vi sarebbero le milizie governative.
Il giorno seguente uno scontro fra i sostenitori di Rajapaksa e i simpatizzanti di Fonseka a Polonnaruwa, nella North-Central province – migliaia le persone coinvolte – ha causato diversi feriti. Lo stesso giorno persone vicine al presidente hanno attaccato i sostenitori del leader dell’opposizione che preparavano un comizio a Kolonnawa, distretto di Colombo. Il 15 gennaio, sempre a Kolonnawa, milizie governative hanno colpito la sede dello United National Party (Unp) che, insieme allo Janatha Vimukthi Peramuna (Jvp), sostiene il generale Fonseka.
Rajapaksa ha indetto le elezioni anticipate approfittando del consenso popolare conseguito grazie alla sconfitta delle Tigri tamil (Ltte), nel maggio scorso. I partiti dell’opposizione, di contro, sponsorizzano il generale Fonseka come “eroe di guerra” e vero artefice della vittoria sui ribelli indipendentisti del nord. Tuttavia, non vi sono differenze a livello politico fra i due leader e la competizione è incentrata sul carisma personale dei due. Essa ha contribuito a rendere più violento il clima politico. Rajapaksa, inoltre, avrebbe usato i media di Stato per promuovere la propria campagna elettorale.
Ieri Dayananda Dissanayake, capo della Commissione elettorale, ha espresso “dispiacere e frustrazione” per la violazione delle raccomandazioni fatte dal pannello chiamato a vigilare sulla regolarità del voto. In un incontro con i segretari dei partiti, egli ha anche puntato il dito contro i media che non hanno mantenuto una posizione di equilibrio fra i candidati, cedendo a pressioni politiche. A conclusione del suo intervento ha confermato la volontà di lasciare l’incarico all’indomani del voto.
Nel frattempo il quotidiano singalese Sunday Times ha pubblicato un sondaggio condotto fra i principali uomini d’affari e gli studiosi dello Sri Lanka. L’82,7% degli interpellati sostiene che vi sono stati molti più episodi di violenze durante la campagna elettorale del 2005. Tuttavia, l’84,6% risponde anche di non credere che il voto del 26 gennaio 2010 sarà “giusto e libero”.
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