07/05/2008, 00.00
RUSSIA
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La benedizione di Alessio II al nuovo presidente russo

di A. Pirogov
Il giuramento di Medvedev come terzo capo di Stato della Federazione è stata benedetto con una cerimonia ufficiata dal Patriarca di Mosca. Il neo presidente parla di sviluppare ulteriormente rapporti tra Stato e Chiesa, già “di confidenza”. Un’altra occasione per il Cremlino di presentarsi a difensore dei valori morali tradizionali e del Patriarcato di tentare di guadagnare un ruolo primario tra le altre religioni.

Mosca (AsiaNews) - La cerimonia di insediamento oggi del terzo presidente della Federazione russa, Dimitry Medvedev, è stata occasione per ribadire da una parte la dichiarata continuità con la presidenza Putin e dall’altra la sempre più stretta “collaborazione” della Chiesa russo-ortodossa con il potere politico.

Stamattina il neo presidente, eletto il 2 marzo scorso, ha giurato solennemente sulla Costituzione dopo il discorso d'addio di Vladimir Putin. La cerimonia del passaggio di consegne quest’anno è stata la prima in cui hanno preso parte entrambi i capi di Stato, eletto ed uscente, a simboleggiare che Putin non uscirà affatto dalla scena politica. Questi infatti già capo del partito di maggioranza assoluta “Russia unita” si appresta ad assumere il ruolo di primo ministro. Presenti al giuramento anche l’arcivescovo a Mosca, mons. Paolo Pezzi, e il nunzio,mons. Antonio Mennini.

Dopo i rispettivi discorsi e il saluto della guardia presidenziale, nella cattedrale dell’Annunciazione nel Cremlino, il Patriarca Alessio II ha celebrato una funzione di ringraziamento e benedizione per il nuovo presidente. Al termine della cerimonia il Patriarca ha presentato a Medvedev e alla moglie la famosa icona di Nostra Signora "Vladimirskaya", considerata la patrona della Russia. Il capo di Stato ha ringraziato Alessio II e garantito che durante il suo mandato farà tutto il possibile per sviluppare con la Chiesa ortodossa, le relazioni che ha definito “di speciale confidenza”.

La cerimonia di oggi, come diverse altre occasioni pubbliche e religiose in cui leader politici appaiono sempre più spesso al fianco di leader spirituali, si colloca in un quadro più generale: il Cremlino per dare più argomenti alla sua campagna nazionalista fa proprie le istanze della comunità ortodossa, presentandosi come difensore dei valori morali tradizionali; dal canto suo la Chiesa russo-ortodossa cerca da anni - e ci sta riuscendo - di ritagliarsi un posto privilegiato tra le altre religioni. Alla luce di questi fatti, diversi esperti e giornalisti in Russia si interrogano sul reale rispetto del principio costituzionale (art. 14) che sancisce la netta separazione tra Stato e Chiesa.

 

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