La Thailandia "per ora" resta sotto la legge marziale
In risposta alle critiche internazionali il leader del golpe di settembre comunica che la legge marziale è necessaria fino a quando il nuovo governo provvisorio non avrà pieni poteri. Intanto la giunta si dice pronta a colloqui con i ribelli del sud.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) In Thailandia la legge marziale rimarrà in vigore fina a quando "il governo ad interim non avrà assunto pieni poteri". Lo ha specificato ieri il gen. Sonthi Boonyaratglin, capo dell'esercito e leader del golpe che il 19 settembre ha deposto il discusso premier Thaksin Shinawatra. Le dichiarazioni di Sonthi arrivano in risposta alle pressioni esercitate da organizzazioni per i diritti umani e governi esteri, tra cui gli Usa, per il ripristino delle libertà civili, congelate dopo il colpo di Stato.
Ieri gli Stati Uniti hanno chiesto alla giunta thailandese di abolire la legge marziale entro 7, massimo 10 giorni e procedere con elezioni democratiche, che i generali hanno, invece, già fissato ad ottobre 2007. Il ritiro del divieto delle riunioni politiche e del controllo sui media, sono invece le domande degli attivisti internazionali. All'interno del Paese, tranne contenute proteste studentesche e critiche da parte di alcuni famosi intellettuali, il golpe di settembre ha incontrato il favore della popolazione.
Intanto la giunta, che di fatto regge ancora il Paese, si concentrata sul problema delle violenze nelle province del sud a maggioranza islamica. Sondhi, musulmano anche lui, ha accettato di tenere dei colloqui con i leader dei gruppi ribelli. "Ho accettato di partecipare a dei colloqui - ha detto Sondhi - ma voglio specificare che si tratta di colloqui, non di negoziati". Il generale ha aggiunto che la richiesta è venuta da alcuni esponenti dei ribelli. Il governo Thaksin, che aveva usato la mano pesante contro la lotta separatista nel sud, si era sempre rifiutato di incontrare i leader dei ribelli.