La Thailandia festeggia il Vesak, e cerca risposte alla crisi politica e finanziaria
di Weena Kowitwanij
La ricorrenza momento di riflessione per risolvere i problemi di stretta attualità seguendo i principi del Bhudda. Nell’intervento di chiusura il premier Abhisit incoraggia la nazione a costruire la pace, uno sviluppo sostenibile e difendere i diritti umani. Leader buddista auspica “trasparenza e buon governo” per il bene del Paese.
Bangkok (AsiaNews) – La festa di Vesak, che celebra la nascita, l’illuminazione e la morte del Bhudda, è divenuta occasione di riflessione comune sulle sfide attraversate dalla società thai dal resto del mondo, non ultima la crisi finanziaria. Sfide che richiedono risposte urgenti ed efficaci, che devono scaturire partendo proprio da un’analisi dei valori e delle “nobili verità” promosse “dall’Illuminato”.
Dal 4 al 6 maggio scorso si è tenuta la sesta edizione della “Giornata internazionale del buddismo”, organizzata dal governo di Bangkok in collaborazione con la Mahajulalongkornrajvitayalai University (Mu); l’evento è patrocinato dalle Nazioni unite, che hanno dichiarato la Thailandia “Centro mondiale del buddismo”. L’incontro si è tenuto nell’auditorium dell’università, situata nel distretto di Wangnoi, provincia di Ayudhaya, uno dei più prestigiosi centri al mondo per l’insegnamento della pratica, e ha visto la partecipazione di 1200 monaci provenienti da 80 nazioni.
Attualizzare i precetti del buddismo al periodo di crisi mondiale, per trovare risposte ai problemi ambientali, economici, politici e sociali è uno dei temi sui quali si è dibattuto nel corso del convegno. Preeyanuch Jariyavidyanont, delegato thai alle Nazioni unite, spiega che i buddisti dovrebbero “usare la concentrazione per risolvere i problemi che derivano dall’ingordigia umana”. Il leader buddista sottolinea che mediante “la concentrazione e la pratica delle quattro nobili verità [la sofferenza, la causa della sofferenza, interrompere la sofferenza e come smettere di soffrire, ndr] le persone possono alla fine raggiungere la pace”.
Il primo ministro Abhisit Vejjajiva ha presieduto la cerimonia di chiusura del convegno. Nel suo intervento il premier ha incoraggiato “il popolo thai a praticare i tre pilastri della pratica buddista, costruire la pace, promuovere uno sviluppo sostenibile e i diritti umani nella vita quotidiana e per il benessere del Paese”. Parole che vogliono richiamare la nazione degli elefanti all’unità e al lavoro comune, in un periodo di profonde divisioni politiche che hanno causato violenze, paralisi della capitale e morti fra i simpatizzanti di entrambi gli schieramenti.
Il ven. Phradhamakosajarn, rettore dell’Accademia buddista di Chulalongkorn e presidente della Commissione Onu istituita per commemorare Vesak, aggiunge: “Tutte le crisi derivano da una mancanza di moralità. È necessario – continua – amministrare secondo i principi della trasparenza e del buon governo, a beneficio del Paese”. Egli ha inoltre chiesto al premier Abhisit di “risolvere la recente crisi politica” usando “amore, gentilezza e saggezza”.
Circa il 90 % dei 62,2 milioni di thailandesi pratica il buddismo theravada, portato nel Paese dall’India intorno al terzo secolo prima di Cristo. Questa corrente si basa sul canone Pali dell’insegnamento di Buddha, noto come Tripitaka (una sorta di Bibbia del buddismo). Quest’anno, per la Thailandia, la festa di Vesak si celebra l’8 maggio.
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