La Russia modello politico per il killer di Oslo e Utoya
Le 1500 pagine del manifesto programmatico del terrorista Breivik sono piene di riferimenti alla Russia. Putin definito un “possibile amico” della rivoluzione europea. Il portavoce: “Deliri di un pazzo”.
Mosca (AsiaNews) – Davanti agli oltre 90 morti di Oslo e Utoya (vittime delle stragi del 22 luglio scorso ad opera di un estremista cristiano) la Russia non ha solo espresso condoglianza e solidarietà al governo norvegese come tutti i Paesi del mondo, ma si è dovuta anche difendere dall’accostamento con Anders Behring Breivik, l’autore della strage. Nel lungo manifesto programmatico firmato Andrew Berwick, pseudonimo anglicizzato del killer, e in cui il 32enne anticipa gli attentati, si cita ripetutamente la Russia come Paese con cui l’“Europa liberata” dal giogo della Nato e dell’alleanza con gli Stati Uniti deve unirsi, per contrastare l’avanzata islamica e si definisce il premier Vladimir Putin come un “possibile amico”, alleato nel progetto sovversivo da dietro le quinte.
In un’intervista al quotidiano Kommersant, il portavoce del primo ministro russo, Dmitri Peskov, ha tagliato corto definendo Breivik “l’incarnazione del diavolo” e bollando ogni parola del documento come “il delirio di un pazzo”.
Nel testo, la cui autenticità non è ancora stata confermata dalle autorità, ma a cui ha già fatto riferimento l’avvocato del terrorista, si racconta come costruire una rivoluzione europea che porti nel 2083 l'intero Continente a liberarsi del multiculturalismo, dell'Islam e delle tante idee sbagliate che secondo l'autore stanno distruggendo le radici europee. Il tutto rendendo “onore alle nuove milizie cristiane” che si rifanno all'Ordine dei Templari. Nel progetto la Russia ha un ruolo di primo piano.
Parlando del bisogno di promuovere un “conservatorismo culturale” e “patriottico”, l’autore cita tra gli altri, il movimento nazionalista e filo-putiniano dei Nashi (i Nostri), portavoce di valori estremisti e spesso artefice di violente campagne contro le voci della società civile critiche del governo.
“Il destino dell’Europa non può essere separato da quello della Russia, per ragioni sia etnico-culturali che geopoltiche – si legge nel testo – è assolutamente imperativo per la talassocrazia americana prevenire la nascita di una Federazione europea ideologicamente e culturalmente sicura di sé”. L’idea è quella di provocare colpi di Stato in tutta Europa, “sostenuti da una forza militare e nucleare, come la Russia ad esempio” che impedirà l’intervento Usa/Nato. Si guarda poi alla Russia non solo come alleato, ma anche come sistema politico modello: “La disfunzionale democrazia delle masse (europea) sarà sostituita – nell’idea dell’autore del documento intitolato “2083 Dichiarazione d'indipendenza europea” – da una forma di democrazia amministrata simile a quella Russia”. Il riferimento è a quella forma di democrazia autoritaria, chiamata “democrazia controllata”, di cui Putin è stato promotore fin dall’inizio della sua presidenza nel 2000.
Il premier russo è citato anche tra quelli che hanno già capito da tempo in che direzione andrà l’Occidente, se non deciderà di fermare l’avanzata islamica. Nel documento si legge “Anche l’ex presidente russo Vladimir Putin sa esattamente che cosa sta succedendo, avendo dichiarato pubblicamente in passato: ‘L’Europa occidentale si appresta a diventare colonia delle sue ex colonie’”.
In un’intervista al quotidiano Kommersant, il portavoce del primo ministro russo, Dmitri Peskov, ha tagliato corto definendo Breivik “l’incarnazione del diavolo” e bollando ogni parola del documento come “il delirio di un pazzo”.
Nel testo, la cui autenticità non è ancora stata confermata dalle autorità, ma a cui ha già fatto riferimento l’avvocato del terrorista, si racconta come costruire una rivoluzione europea che porti nel 2083 l'intero Continente a liberarsi del multiculturalismo, dell'Islam e delle tante idee sbagliate che secondo l'autore stanno distruggendo le radici europee. Il tutto rendendo “onore alle nuove milizie cristiane” che si rifanno all'Ordine dei Templari. Nel progetto la Russia ha un ruolo di primo piano.
Parlando del bisogno di promuovere un “conservatorismo culturale” e “patriottico”, l’autore cita tra gli altri, il movimento nazionalista e filo-putiniano dei Nashi (i Nostri), portavoce di valori estremisti e spesso artefice di violente campagne contro le voci della società civile critiche del governo.
“Il destino dell’Europa non può essere separato da quello della Russia, per ragioni sia etnico-culturali che geopoltiche – si legge nel testo – è assolutamente imperativo per la talassocrazia americana prevenire la nascita di una Federazione europea ideologicamente e culturalmente sicura di sé”. L’idea è quella di provocare colpi di Stato in tutta Europa, “sostenuti da una forza militare e nucleare, come la Russia ad esempio” che impedirà l’intervento Usa/Nato. Si guarda poi alla Russia non solo come alleato, ma anche come sistema politico modello: “La disfunzionale democrazia delle masse (europea) sarà sostituita – nell’idea dell’autore del documento intitolato “2083 Dichiarazione d'indipendenza europea” – da una forma di democrazia amministrata simile a quella Russia”. Il riferimento è a quella forma di democrazia autoritaria, chiamata “democrazia controllata”, di cui Putin è stato promotore fin dall’inizio della sua presidenza nel 2000.
Il premier russo è citato anche tra quelli che hanno già capito da tempo in che direzione andrà l’Occidente, se non deciderà di fermare l’avanzata islamica. Nel documento si legge “Anche l’ex presidente russo Vladimir Putin sa esattamente che cosa sta succedendo, avendo dichiarato pubblicamente in passato: ‘L’Europa occidentale si appresta a diventare colonia delle sue ex colonie’”.
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