"La Passione" di Gibson arriva sugli schermi nel Medio Oriente
Doha (AsiaNews) "La Passione di Cristo" è in programmazione nei cinema della maggior parte degli Stati musulmani del Golfo Arabo. Da domenica, il film di Mel Gibson, di cui si è discusso nei giorni scorsi sui media di tutto il mondo, è proiettato tre volte al giorno in un cinema di Doha, nel Qatar, e vi resterà per almeno un altro mese.
"Abbiamo sottoposto 'La Passione di Cristo' al giudizio del Comitato per la censura, ma non è stata fatta nessuna obiezione alla sua proiezione", ha detto Abdukl Rahman Mohsen, direttore generale nel Qatar di una catena privata di cinema. Il Comitato per la censura vede in anteprima i film e può decidere di tagliare scene o singole immagini che riguardano profeti presenti nel Libro Sacro. Nonostante "La Passione" narri le esperienze del "profeta Issa (Gesù)", il film non ha subito tagli e viene quindi proiettato nella sua versione integrale.
Negli Emirati Arabi Uniti, il film arriverà sugli schermi il prossimo 31 marzo, dopo il benestare del Ministro della Cultura e dell'Informazione. In un editoriale del Gulf News, giornale di Dubai, è stato scritto che "gli Emirati Arabi Uniti dovrebbero essere elogiati per aver permesso la proiezione del film. Le autorità non hanno dato solo l'opportunità ad una grande quantità di cristiani espatriati di vedere il film, ma hanno anche autorizzato la libertà artistica I cristiani, come pure persone di religione diversa, possono ora scegliere se vedere il film o ignorarlo. Ad ogni modo, come hanno fatto notare studiosi e critici, il film fa emergere la condizione umana quando descrive il tradimento, l'avidità, la menzogna, il perdono e l'amore".
In interviste fatte dal Gulf News nella pluralistica Dubai, sul debutto del film sono state comunque espresse opinioni contrastanti. Alcuni concordano sul fatto che "Dubai è il posto giusto per la programmazione di un simile film perché qui la comunità è aperta a molte culture e religioni diverse", come afferma la studente americana Allison Weavor, il quale si augura che nessuna delle scene violente del film venga tagliata. Il turco Ayla Tosun si chiede invece se non sarebbe meglio rimandare il debutto del film ad altra data, più tardi: "Ritengo sì che Dubai sia il posto giusto per la proiezione di questo film, ma non penso sia il momento giusto per farlo".
Ahmed Mohammad Saif, studente degli Emirati Arabi Uniti è decisamente contrario alla programmazione di "La Passione" in quella parte del mondo, ed afferma che "i profeti non dovrebbero mai essere rappresentati" nel modo con cui lo sono nel film, dove Cristo può essere visto e udito: "Rispetto e credo nella libertà d'espressione, tuttavia film che affrontano tematiche o personaggi religiosi non dovrebbero essere diretti come è stato fatto per questo. Chiedo alle autorità che impediscano ai cinema di proiettare questo film".
Secondo Arab News, in Arabia Saudita, dove sono vietate altre espressioni religiose all'infuori dell'islam, copie pirata del film continuano ad essere vendute "come merce pregiata" al mercato nero, tramite venditori ambulanti che hanno però sottostimato la richiesta del controverso film. "Ai miei clienti non piacciono i film sottotitolati, ma stanno comprando questo", ha affermato al giornale un venditore ambulante anonimo.
Tra i leader del Medio Oriente che hanno già visto il film, Yasser Arafat ha affermato che il dramma rappresentato è "storico e di grande effetto", sebbene uno dei suoi più stretti collaboratori, Nabil Abu Rudeneh, ha detto che a suo giudizio "i palestinesi sono esposti ogni giorno a sofferenze tipo quelle vissute da Gesù nella sua crocefissione".
Altri tre stati del Golfo sono impegnati nella visione del film per deciderne l'eventuale programmazione.
10/08/2005