La Marina israeliana pronta a fermare le due navi che vogliono arrivare a Gaza
Partiti mercoledì dalle coste turche, i battelli dovrebbero tentare oggi di violare il blocco imposto alla Striscia. A bordo 27 attivisti e giornalisti e un carico di medicine. Un’esponente di Free Gaza dice che sono i primi di un progetto che prevede l’invio “onda dopo onda” di navi.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Da oggi la Marina israeliana può intervenire per fermare le prime due navi della “Freedom Wawes”, che intendono violare il blocco imposto a Gaza. La nave canadese Tahrir (nella foto) e l’irlandese Saoirse hanno a bordo 27 attivisti e giornalisti (12 irlandesi e il rimanente da Stati Uniti, Canada, Marocco e altri Paesi, compreso un palestinese) e un carico dichiarato di medicine e altri beni di prima necessità.
Partite mercoledì dalla Turchia, le due navi, navigando in acque internazionali, dovrebbero arrivare oggi al largo di Gaza, tempo permettendo.
“Vogliamo – ha dichiarato, ieri a Ramallah, Huwaida Arraf, una esponente del movimento Free Gaza - mandare al mondo e all’opinione pubblica il messaggio che Gaza è ancora sotto assedio”. La donna ha spiegato che le due navi che ieri erano a sudest di Cipro sono le prima di un progetto che prevede l’invio “onda dopo onda” di navi.
La partenza delle prime due navi di questa “onda” è stata accompagnata da forti preoccupazioni a livello internazionale dopo che, il 31 maggio, la marina israeliana attaccò e fermò il primo gruppo di attivisti, in uno scontro che provocò nove morti e numerosi feriti.
L’attacco è stato all’origine della forte tensione creatasi tra Israele e Turchia, della quale avevano la nazionalità i morti. A settembre, Ankara aveva anche minacciato di far scortare da sue navi da guerra le future flottiglie che avessero tentato di raggiungere Gaza. Ma ieri Victoria Nuland, una portavoce del Dipartimento di Stato, ha detto che gli Stati Uniti hanno avuto dalla Turchia l’assicurazione che non ci sono navi militari turche a scortare le due navi. “Abbiamo detto loro chiaramente – ha spiegato – che sarebbe stata una pessima idea e ci hanno assicurato che in questo caso non lo faranno”.
Partite mercoledì dalla Turchia, le due navi, navigando in acque internazionali, dovrebbero arrivare oggi al largo di Gaza, tempo permettendo.
“Vogliamo – ha dichiarato, ieri a Ramallah, Huwaida Arraf, una esponente del movimento Free Gaza - mandare al mondo e all’opinione pubblica il messaggio che Gaza è ancora sotto assedio”. La donna ha spiegato che le due navi che ieri erano a sudest di Cipro sono le prima di un progetto che prevede l’invio “onda dopo onda” di navi.
La partenza delle prime due navi di questa “onda” è stata accompagnata da forti preoccupazioni a livello internazionale dopo che, il 31 maggio, la marina israeliana attaccò e fermò il primo gruppo di attivisti, in uno scontro che provocò nove morti e numerosi feriti.
L’attacco è stato all’origine della forte tensione creatasi tra Israele e Turchia, della quale avevano la nazionalità i morti. A settembre, Ankara aveva anche minacciato di far scortare da sue navi da guerra le future flottiglie che avessero tentato di raggiungere Gaza. Ma ieri Victoria Nuland, una portavoce del Dipartimento di Stato, ha detto che gli Stati Uniti hanno avuto dalla Turchia l’assicurazione che non ci sono navi militari turche a scortare le due navi. “Abbiamo detto loro chiaramente – ha spiegato – che sarebbe stata una pessima idea e ci hanno assicurato che in questo caso non lo faranno”.
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