28/07/2009, 00.00
AFGHANISTAN
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La Gran Bretagna ritiene "impossibile" vincere la guerra in Afghanistan

Un sondaggio mostra la crescente sfiducia della gente nella soluzione militare. I politici dei Paesi intervenuti invitano Kabul a prendersi maggiori responsabilità, ma non riescono a renderlo possibile.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Il premier britannico Gordon Brown ha annunciato ieri la fine della sanguinosa offensiva lanciata da giugno contro i talebani nella provincia di Helmand (Afghanistan meridionale), definendola un successo. Ma un sondaggio mostra che la popolazione britannica è sempre più convinta che sia “impossibile vincere” la guerra in Afghanistan.

Brown ha annunciato la fine della “fase uno” dell’Operazione Pantera, finalizzata ad acquistare il controllo di un maggior territorio. Ora i soldati dovranno fortificarsi e prendere il controllo della zona, per poi consentire lo sviluppo della provincia. L’operazione ha avuto un alto costo di vite umane: i morti britannici nel Paese dal 2001 sono giunti a 191, più dei caduti in Iraq.

Anche il brigadiere Tim Radford, comandante della Task Force di Helmand, ha parlato di pieno successo dell’operazione.

Tuttavia l’opinione pubblica britannica vede questa guerra con progressivo disfavore: secondo un’indagine del quotidiano Independent svolta tra il 24 e il 28 luglio, il 58% degli intervistati ritiene che la guerra non può essere vinta e vuole l’immediato ritiro delle truppe. Solo il 31% è con certezza favorevole al continuamente delle operazioni belliche.

Anche per questo la Gran Bretagna ha accolto con gran favore l’accordo di ieri tra Kabul con alcuni gruppi talebani per tenere in modo regolare le elezioni presidenziali del 20 agosto. Peraltro anche in Pakistan si è cercata  una tregua con i talebani, che però è solo servita  a questi per rinforzarsi.

E’ un dato di fatto che circa 90mila soldati esteri, forti delle più avanzate tecnologie, non riescono ad avere ragione della resistenza degli estremisti islamici, che controllano intere regioni.

Sempre ieri il Segretario agli Esteri, David Miliband, ha ripetuto a Bruxelles, parlando nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica (Nato) ma rivolgendosi soprattutto al suo Paese, che ora occorre aiutare “lo Stato afgano a prendersi maggiori responsabilità”.

Esperti osservano che il primo problema rimane la realizzazione delle strutture-base della democrazia: scuole, sanità, servizi sociali.

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